Nel Regno Unito sono sempre di più i bambini a cui vengono prescritti antidepressivi, talvolta anche pesanti, senza le dovute attenzioni rispetto agli effetti collaterali che possono causare ad un cervello non ancora completamente sviluppato. L’aumento delle prescrizioni è stato una costante fin dal covid, quando si registrò un’impennata del 64% nell’uso di farmaci contro la depressione nel corso di un anno, nella sola fascia d’età tra i 12 e i 17 anni.
Non solo, perché dopo un periodo piuttosto stazionario, le prescrizioni di antidepressivi nei confronti dei bambini sono nuovamente tornate ad aumentare, tanto che oggi si stima che circa 500mila minorenni (precisamente 448.515, rispetto ai 312mila del 2015) nell’ultimo anno hanno assunto farmaci pensati per gli adulti. Lo stesso sistema sanitario britannico raccomanda l’uso dei farmaci antidepressivi solamente nei bambini che presentano depressione “moderata e grave“, mentre per i casi “lievi” è sufficiente la terapia psicologica, almeno fino ai 18 anni. L’aumento delle prescrizioni preoccupa non poco diversi esperti inglesi, ma sembra anche essere legato ad una ormai diffusa crisi del sistema sanitario, che non riesce ancora a tenere il passo degli arretrati, con liste d’attesa lunghissime anche per le visite più semplici.
L’allarme degli esperti: “Con gli antidepressivi i bambini rischiano di diventare soli e perduti”
Insomma, dietro all’aumento dell’uso di antidepressivi nei giovani inglesi non sembra esserci alcun fenomeno illegale, ma solo un problema ormai difficile da fronteggiare che permea il sistema sanitario nazionale. Lo spiega, per esempio, una 24enne londinese, che al Times ha raccontato come negli ospedali “spingono per l’uso dei farmaci. Sembra che non vogliano dire: ‘Non possiamo aiutarti’, quindi si limitano a riempire le persone di farmaci finché non possono essere visitate”.
Secondo Marjorie Wallace, amministratrice della Ong Sane interpellata dal DailyMail, se si continua con questo trend di uso degli antidepressivi nei bambini si rischia di creare “una generazione di giovani perduti, soli, fragili e sconnessi“, e seppur sia innegabile “l’epidemia di malattie mentali”, ritiene anche che la soluzione non possa essere “riempirci di antidepressivi perché non c’è nient’altro da offrire”. Colpisce, in tutto questo, che nonostante quasi mezzo milione di bambini usino quasi quotidianamente antidepressivi, solamente 1 su 4 tra loro sta anche affrontando il percorso terapeutico suggerito dal SSN. Nel 2023, inoltre, sono stati quasi 1 milione i bambini indirizzati ai servizi di salute mentale, pari all’8% della popolazione giovane del Regno Unito.