Ha aperto il fuoco contro la moglie sparando cinque colpi di pistola, uno dietro l’altro, e finendo per ucciderla: una guardia giurata 50enne di Torino si è resa protagonista quest’oggi dell’ennesimo, abominevole caso di femminicidio, che, ancora una volta, riguarda la città della Mole, dove, statisticamente, in mezzo secolo si sono registrati 330 precedenti analoghi, nei quali, in nove casi su dieci, il killer si è rivelato essere un conoscente o un congiunto della vittima.
L’uccisione odierna si è verificata all’interno di un’abitazione ubicata in corso Novara, al civico 87, nel quartiere Barriera di Milano: si tratta di una zona posta alla periferia nord del capoluogo sabaudo e, come riporta la sezione torinese del quotidiano “La Repubblica”, la donna era coetanea dell’uomo e, presumibilmente, di nazionalità straniera. Dopo averla freddata con la scarica di proiettili, l’assassino è rimasto all’interno dell’appartamento, in attesa dell’arrivo degli agenti, che si sono ritrovati di fronte una scena terribile.
FEMMINICIDIO A TORINO: MARITO E MOGLIE SI STAVANO SEPARANDO
Circa il femminicidio di Torino e in base a una primissima ricostruzione effettuata dagli investigatori, emerge che – come riferito da “La Repubblica” – il delitto si sarebbe consumato alla fine di una lite furibonda tra i due coniugi, quando il vigilante avrebbe impugnato la pistola datagli in dotazione in virtù del suo impiego lavorativo (ora sequestrata, ndr) e avrebbe sparato alla sua consorte da pochi passi, senza lasciarle il tempo di fuggire o di tentare una minima reazione. Peraltro, la coppia pareva essere in fase di separazione e dunque potrebbe essere questo il movente dell’omicidio. Ad allertare le forze dell’ordine non è stato il cinquantenne, bensì i vicini di casa dei due coniugi, che hanno udito gli spari e hanno richiesto l’intervento della polizia. L’uomo non ha tentato la fuga ed è stato arrestato all’interno della casa, mentre la donna era ancora in vita quando gli agenti sono giunti sul posto. Gli uomini del 118 hanno provato a trasportarla in ospedale d’urgenza, ma purtroppo senza raggiungere in tempo la struttura nosocomiale.