Un vero e proprio dramma si è consumato nelle scorse ore nelle acque del Mediterraneo di fronte alle coste della Tunisia, dove un barcone che trasportava migranti in Italia si è rovesciato e, nel naufragio, sono morti 52 passeggeri, fra i quali si registrano almeno 24 donne e 3 bambini. Come riferito dall’agenzia giornalistica AGI, la marina e la guardia costiera hanno fatto ricorso ai sommozzatori per recuperare i loro corpi, avvalendosi anche del supporto dall’alto di un elicottero, e si sono già tenute le prime sepolture. Il direttore sanitario della regione di Sfax ha altresì reso noto che alle vittime sono stati prelevati campioni di DNA, nell’auspicio di potere risalire alla loro identità e, di conseguenza, poter dare loro un nome. Ancora incertezza sul numero esatto dei dispersi (di sicuro, manca almeno una persona all’appello), per i quali le ricerche sono in corso. Intanto, le forze dell’ordine hanno già avviato un’indagine utile ad addivenire all’identificazione degli organizzatori del viaggio clandestino verso il nostro Paese.



52 MIGRANTI TUNISIA MORTI IN NAUFRAGIO: “PARTENZE QUADRUPLICATE”

Nella giornata di ieri, giovedì 11 giugno 2020, intanto, l’UNHCR (agenzia ONU per i rifugiati) ha emesso una nota stampa ufficiale, nella quale si annuncia che nei primi cinque mesi del 2020 “le partenze via mare dalla Tunisia verso l’Europa sono state quattro volte superiori a quelle registrate nello stesso periodo dell’anno scorso. Un numero crescente di persone che intraprendono la traversata marittima proviene dai paesi dell’Africa occidentale, seguito proprio dai tunisini, che costituivano la maggioranza fino all’anno scorso”. In particolare, sono state fermate 2.226 persone tra gennaio e maggio in Tunisia mentre cercavano di imbarcarsi verso l’Italia. Il rappresentante tunisino dell’UNHCR, Hanan Hamdan, ha dichiarato: “Sono profondamente rattristato nel sentire che donne e bambini hanno perso la vita in quei viaggi pericolosi. Dobbiamo fornire alle persone alternative significative che possano prevenire scelte estreme nella ricerca di una vita migliore”.

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