È stato condannato a 6 anni e 8 mesi per omicidio il 58enne che uccise la madre malata nella loro villetta di Piovà Massaia, in provincia di Asti. Giovanni Ghiotti pose fine all’esistenza di Laura Tortella per “assecondarne il desiderio”, in quanto la donna, 90enne, come si legge nelle parole utilizzate dai giudici della Corte d’Appello di Torino nelle motivazioni della sentenza, era “provata dalle sofferenze” e non riusciva ad accettare la “condanna” a una “vita in sedia a rotelle”. Quindi, proseguono i giudici, Giovanni compì l’omicidio “per finalità altruistiche”, in modo “amorevole e compassionevole”: un gesto di “pietas” e dal “particolare valore morale e sociale”.



Come sottolineato dal “Corriere della Sera”, il 58enne confessò il delitto agli inquirenti nell’agosto 2020, dicendo che la madre soffriva di una grave forma di osteoporosi, in seguito alla quale aveva rimediato numerose fratture che le impedivano di muoversi senza sedia a rotelle. Disse altresì – scrive il quotidiano – che “lei lo supplicava di non farla vivere così” e, quindi, la mattina del 4 novembre 2017, quando l’anziana non si alzava dal letto, afflitta dai dolori, decise di “darle una dose di sonnifero per poi soffocarla con un cuscino. Il decesso fu ritenuto naturale, almeno fino alla confessione”.



58ENNE UCCISE LA MADRE PER PORRE FINE ALLE SUE SOFFERENZE: CONDANNATO, MA GIUDICI LO “ASSOLVONO” MORALMENTE

Quando il 58enne comunicò alle forze dell’ordine di avere ucciso la madre, il gip di Asti lo assolse in primo grado, credendo che si fosse semplicemente suggestionato, ma che in realtà non avesse soffocato la madre. La Corte d’Appello torinese ha però ribaltato il verdetto, poiché ci sarebbero stati riscontri parziali di quanto asserito dall’uomo nelle consulenze medico-legali eseguite sul corpo della vittima.

Tuttavia, riporta ancora il “Corriere della Sera”, i giudici descrivono anche “la dedizione e l’abnegazione con la quale Ghiotti si era dedicato alla cura di entrambi i genitori, prima, e della madre, poi. Ha agito esclusivamente per finalità altruistiche”, per “far cessare le sofferenze della donna e assecondare quello che deve ritenersi essere stato un espresso desiderio della congiunta”. E, ancora: “Che null’altro lo avesse animato e che la sua azione fosse del tutto scevra dall’egoistico obiettivo di realizzare il proprio e personale benessere è dato indiscutibile sol che si consideri che aveva già dato prova, nella conduzione di tutta la sua vita, di voler anteporre il benessere dei genitori e, in particolare della madre, al suo”.