Una battaglia senza sosta, con ripetuti attacchi per garantire la tutela dell’incolumità pubblica: no, non stiamo parlando della lotta contro il Covid-19, che sarebbe peraltro l’unica vera, grande tematica su cui concentrarsi unanimemente in questo periodo delicato della nostra esistenza. In questo caso, l’oggetto della contesa è rappresentato dal 5G, vittima di una fake news, secondo cui diffonderebbe il Coronavirus. Una bufala, appunto, ma il problema è che la gente ci ha creduto e ci sta credendo. Perlomeno, è così nel Regno Unito, dove si stanno moltiplicando i danni alle antenne: sono, ad oggi, già 40 quelle colpite sino a questo momento (non tutte 5G), l’ultima delle quali si trova a Birmingham, presso l’ospedale d’emergenza “Nightingale”. Era stata appena inaugurata per favorire le comunicazioni fra medici, pazienti e famiglie. “Bruciare le antenne significa danneggiare importanti infrastrutture nazionali – ha dichiarato pubblicamente Nick Jeffery, amministratore delegato di Vodafone Uk -. In pratica, ciò significa che le famiglie non sono in grado di dire addio ai loro cari; medici, infermieri e poliziotti che lavorano sodo non sono in grado di telefonare ai loro figli, partner o genitori per una chat di conforto”.



“5G DIFFONDE CORONAVIRUS”: MA COS’È?

Mentre in tutto il Regno Unito imperversa dunque la rivolta popolare contro le antenne 5G, che, secondo alcuni, veicolerebbero il Coronavirus (ma, ribadiamo, non ci sono nessi logici né scientifici che avvalorino tale teoria), è bene fornire alcune delucidazioni su cosa sia esattamente il 5G. Citando la descrizione fornita da AGI (Agenzia Giornalistica Italiana), si tratta di uno standard inedito per la comunicazione mobile, che funziona esclusivamente in modalità wireless, inviando l’impulso di comunicazione da un’antenna all’altra, garantendo prestazioni davvero efficaci in termini di download e upload, per mezzo di uno spettro di frequenze fino a questo momento mai utilizzato. “Il 5G – si legge sul sito AGI – è strutturato per sfruttare anche onde millimetriche. La differenza di prestazione appare evidente se si considera che l’attuale 4G, al suo punto più alto, sfrutta appena 2.600 megahertz all’interno di uno spettro di frequenze non solo qualitativamente minore, ma anche molto più affollato da altri servizi che sfruttano la medesima banda di trasmissione”.

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