In tempi non sospetti, ne aveva già parlato il professor Rino Rappuoli, autore del vaccino contro la pertosse e di quelli contro il meningococco B e C: gli anticorpi monoclonali possono essere la risposta della medicina al Coronavirus. Ne sono pienamente convinti anche in Israele, Paese dal quale nelle ultime ore filtrano segnali incoraggianti e di sincera speranza per l’individuazione di una terapia efficace contro il Covid-19, sulla cui seconda ondata, al momento, non è possibile effettuare previsioni attendibili. Ribadiamo, si tratta di una cura, non del vaccino: per quello occorrerà aspettare ancora parecchi mesi, anche se i ricercatori locali stanno già raggiungendo i primi risultati. La sperimentazione sui topi ha dato esito positivo, ma per intonare il peana di vittoria è davvero troppo presto, dato che, in ogni caso, il virus potrebbe mutare e, di conseguenza, il vaccino rivelarsi del tutto inefficace. Per questo è importante disporre al più presto di un farmaco in grado di curare i pazienti contagiati.
ANTICORPI MONOCLONALI: ISRAELE OTTIMISTA
Come ricorda il quotidiano “Leggo”, in materia di anticorpi monoclonali il primo annuncio era stato dato venti giorni fa proprio da Israele; il 5 maggio 2020, infatti, i ricercatori erano riusciti a isolare una proteina che, inserita nel corpo di un paziente malato di Coronavirus, agisce da immunosoppressore e consente di rallentare sensibilmente la malattia, sino a sconfiggerla del tutto. “Non si tratta di un vaccino, quindi non permetterà di prevenire la malattia, ma può essere un ottimo punto di partenza per una cura efficace, in grado di salvare vite“, dichiaravano quel giorno gli esperti, gli stessi che nelle ultime settimane non si sono adagiati sugli allori e hanno continuato a lavorare per l’umanità, centrando un obiettivo fondamentale e coinciso con l’isolamento di sette diverse tipologie di anticorpi. Al termine delle sperimentazioni sarà possibile, se i risultati ottenuti saranno quelli auspicati, avviare una produzione su scala mondiale del farmaco anti-Covid.