La Boeing avrebbe nascosto i difetti del 737 Max ad autorità e piloti, temendo che il suo nuovo velivolo non venisse certificato. E’ questa la conclusione durissima del rapporto della commissione trasporti alla Camera degli Stati Uniti, a seguito dei numerosi incidenti, alcuni dei quali veri e propri disastri, avvenuti l’anno scorso con l’aereo americano di cui sopra. I due incidenti del 737 Max in Indonesia e in Etiopia sono il risultato di “serie di assunzioni tecniche sbagliate – si legge nel report della Camera a stelle e strisce – da parte degli ingegneri di Boeing, di una mancanza di trasparenza del management e di una insufficiente supervisione della Federal Aviation Commission”. Le morti sarebbero quindi state evitabili: ben 346 che hanno perso la vita tra passeggeri e personale di volo, nei due disastri arei appena elencati. Il 29 ottobre del 2018 morirono 189 persone del volo Lion Air 610, che subito dopo il decollo dall’aeroporto di Giacarta si inabissò.
INCIDENTI 737 MAX, IL DURO COMMENTO DELLA CAMERA
L’anno seguente, il 10 marzo del 2019, morirono invece 157 persone sul Boeing 737 Max della Ethiopian Airlen, partito da Adis Adeba, la capitale dell’Etiopia, e schiantatosi poi al suolo. Fu proprio questo incidente a lanciare l’allarme, e a obbligare lo stop forzato di tutti i 737 Max al mondo a rimanere a terra, e nel contempo, a far scattare una serie di inchieste sul velivolo per capire l’origine di questi disastri aerei. Il rapporto della Camera è molto critico, come scrive TgCom24.it, sia nei confronti della stessa azienda americana, quanto verso la Faa, l’Amministrazione dell’Aviazione federale (Faa). “La Boeing ha fallito nella progettazione e nello sviluppo del Max – la conclusione del rapporto a chiusura di un’indagine durata 18 mesi – e la Faa ha fallito nella sua supervisione su Boeing e nella sua certificazione dell’aereo”. Il dossier è lungo 250 pagine e presenta tutta una serie di lacune nel design nell’aereo, oltre che a puntare il dito con un rapporto troppo stretto fra la Boeing e l’authority.