In un anno il clima sociale in Italia è peggiorato al punto tale che gli italiani sono spaventati da inflazione e guerra. Se il 2021 aveva portato crescita del Pil ed entusiasmo soprattutto per i successi sportivi, quello appena passato è caratterizzato da incertezze a causa del carovita e della crisi energetica. Lo rileva il sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, i cui risultati sono stati illustrati dall’amministratore delegato e sondaggista Nando Pagnoncelli. Dunque, le priorità degli italiani riguardano economia e lavoro (84%), welfare e assistenza (55%), nel primo in aumento, nel secondo caso più che raddoppiati.



Solo in fondo i temi del funzionamento delle istituzioni e la situazione politica (24%), ambiente (22%), ma comunque quadruplicato, sanità (21%) invece dimezzato, immigrazione (18%) e sicurezza (13%), entrambi in forte calo. Se l’economia è al vertice delle priorità degli italiani, evidentemente l’inflazione è un motivo di preoccupazione. Lo è per 8 italiani su 10 (79%). Solo il 7% si dichiara poco o per nulla preoccupato. Ma comunque l’inflazione non viene considerata passeggera, solo il 28% ritiene che l’aumento dei prezzi durerà al massimo un anno. Un aspetto rilevante, visto che potrebbe avere un impatto sui consumi.



SONDAGGIO IPSOS: GUERRA, SANZIONI E COVID

Oltre all’inflazione, anche la guerra in Ucraina preoccupa gli italiani, 3 su 4, ma più per le conseguenze economiche (53%) che per il rischio di estensione del conflitto (19%) o all’aumento dell’arrivo dei profughi (15%). Inoltre, il sondaggio Ipsos mostra un cambio d’opinione riguardo le sanzioni. Inizialmente gli italiani si dichiaravano a favore. Ora dal 55% si è scesi al 46% dei favorevoli. Anche sul sostegno all’Ucraina ci sono novità: se a marzo il 57% si dichiarava dalla parte dell’Ucraina, ora il 47% dichiara di non appoggiare né gli ucraini né la Russia, il 45% è più vicino all’Ucraina e l’8% alla Russia. Secondo Nando Pagnoncelli, si tratta di una specie di pacifismo utilitaristico legato alle conseguenze economiche. Riguardo il futuro, gli italiani sono pessimisti: il 38% prevede che la situazione economica italiana peggiorerà contro il 26% che prevede un miglioramento e il 25% convinto che resterà invariata. Solo se si prende un orizzonte temporale di tre anni prevalgono gli ottimisti (43%). Per quanto riguarda le prospettive economiche personale, prevale chi nei prossimi sei mesi si aspetta un peggioramento (34%) rispetto a chi è ottimista (24%). Discorso diverso per il Covid: quasi un un italiano su due (47%) ritiene che con precauzioni e vaccini non sia una minaccia. Per il 61% il peggio è ormai alle spalle.

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