«Venerdì ci aspettiamo che tutto sia risolto, con nessuna domanda inevasa all’Inps per quanto riguarda la cassa integrazione»: così aveva detto giusto ieri il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in merito ai ritardi ancora cronici sui pagamenti Cig per cui già il Premier Conte un mese fa si era scusato pubblicamente per il mancato rimborso. Secondo l’inchiesta pubblicata oggi da Gazzettino e Messaggero a firma Francesco Bisozzi, sono in totale 419.670 le richieste (già validate con esito positivo) ancora non pagate dall’Inps che hanno fatto scatenare la polemica contro il Governo per i continui ritardi in merito a promesse fatte addirittura nel Decreto Cura Italia. Dovevano arrivare queste prime 9 settimane di ammortizzatori sociali previsti dal Dl Cura Italia entro il 15 aprile ma ritardi e modulistica tutt’altro che semplice hanno portato il “nodo” fino al 15 giugno ormai: i beneficiari potenziali complessivi della cassa integrazione nelle diverse tipologie previste sono al momento 8 milioni e mezzo, mentre i lavoratori effettivamente raggiunti dai rimborsi Inps sono poco più di 7,5 milioni. Come ben spiega il Gazzettino, «oltre la metà di questi sono state le aziende però ad anticipare il pagamento della casa integrazione. All’inizio della settimana i beneficiari ancora da pagare risultavano essere 419.670».
RITARDI SU CASSA INTEGRAZIONE: I CONTI NON TORNANO
Il problema è che a questi lavoratori vanno aggiunti altri 400mila di cui ancora l’Inps non conosce i dati perché le imprese non li avrebbero ancora comunicati: il totale fa 830mila persone ancora escluse da cassa integrazione da oltre 2 mesi. Già ieri Repubblica aveva presentato un dato simile, con la pronta rettifica dell’Inps che aveva negato si parlasse di quelle cifre: oggi ci ritorna il Messaggero e il problema resta tutt’ora irrisolto. Raggiunto sul tema dal Messaggero, il presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla ha spiegato che «I lavoratori pagati direttamente dall’Inps sono meno della metà, ovvero circa il 40 per cento del totale. Le maggior parte delle aziende che hanno anticipato la cassa integrazione tornerà in pareggio con il meccanismo dei conguagli entro il mese di luglio, o al più tardi ad agosto, mentre questo mese le imprese dovranno accontentarsi di recuperare in media il 35 per cento delle risorse spese».
Ieri il Ministro dell’Economia, aprendo i temi degli Stati Generali dei prossimi giorni, ha promesso a Porta a Porte che «la cassa integrazione sarà garantita finché necessario per tutti i tipi di lavoratori». Il problema è che i ritardi si accumulano e anche l’impegno di portare a termine tutto entro la fine di questa settimana vede ancora fuori quella quota di 400mila lavoratori in una sorta di “limbo”. Tra Cig in deroga, casa ordinaria e vari altri tipi di ammortizzatori sociali è evidente che l’emergenza economica non può imporre pagamenti subitanei e immediati, ma che dopo oltre due mesi l’unico sostentamento attivo (stante il non percepimento dello stipendio) ancora non arrivi per una platea così ampia di cittadini è qualcosa di grave da correggere al più presto possibile.