“Dovete aumentare le tasse a noi che possiamo pagarle”. E’ questo in sostanza l’appello lanciato da un gruppo composto da 83 super ricchi, fra le persone più facoltose al mondo, rivolgendosi ai propri governi: obiettivo, ottenere denaro prezioso per la ripresa dopo l’epidemia di coronavirus tutt’ora in corso in molti paesi. Fa parte di questa elite, come riferisce Dagospia citando il tabloid inglese The Guardian, Jerry Greenfield, ma anche l’erede della Disney, Abigal, che hanno invitato i governi “Ad aumentare le tasse su persone come noi. Immediatamente. Sostanzialmente. Permanentemente”. In una lettera condivisa con il Guardian, i super ricchi scrivono: “Avendo il Covid-19 colpito il mondo, i milionari come noi hanno un ruolo fondamentale da svolgere per la ripresa del nostro mondo. Non siamo noi che ci occupiamo dei malati nei reparti di terapia intensiva – proseguono – non siamo noi a guidare le ambulanze che portano i malati negli ospedali. Non riforniamo gli scaffali dei negozi di alimentari e non consegniamo cibo porta a porta. Ma abbiamo soldi, molti soldi. Denaro che è disperatamente necessario ora e continuerà ad esserlo negli anni a venire, quando il nostro mondo si riprenderà da questa crisi”.



LETTERA DI 83 SUPER RICCHI: “LA CRISI DURERA’ DECENNI”

Secondo la stessa elite la crisi economica provocata dal coronavirus “durerà per decenni” e potrebbe “spingere mezzo miliardo di persone in più nella povertà”. Fra coloro che hanno sottoscritto la missiva troviamo anche Sir Stephen Tindall, secondo uomo più ricco della Nuova Zelanda con una fortuna di 475 milioni di dollari, ma anche lo sceneggiatore e regista britannico Richard Curtis, e l’imprenditore irlandese John O’Farrell. “I problemi causati e rivelati da Covid-19 – proseguono ancora – non possono essere risolti con la carità, per quanto generosa. I leader del governo devono assumersi la responsabilità di raccogliere i fondi di cui abbiamo bisogno e spenderli in modo equo. Abbiamo un enorme debito nei confronti delle persone che lavorano in prima linea in questa battaglia globale. La maggior parte dei lavoratori essenziali sono sottopagati per il peso che portano”. L’appello degli 83 super ricchi è stato diramato in vista del G20 in programma questo fine settimana.

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