Il 90% delle imprese edili in Italia non è in regola: ad affermarlo ai microfoni del Tg3 è stato il direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, Bruno Giordano, interpellato in materia di sicurezza nei cantieri e di morti sul lavoro all’indomani della tragedia della gru crollata a Torino, nella quale hanno perso la vita tre operai. “Abbiamo iniziato una vigilanza da qualche mese, da cui risulta che oltre 9 imprese edili su 10 non sono regolari – ha sottolineato –. Le risorse sono sufficienti, ma occorre il coordinamento degli organi di vigilanza per intervenire nella prevenzione e nella repressione delle violazioni”.



Della stessa opinione Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, che su “La Stampa” ha evidenziato: “Gli incidenti e le morti sul lavoro restano l’emergenza più grande. Continuiamo ad assistere ad una strage indegna di un Paese civile. È inaccettabile perdere la vita per la mancata applicazione delle misure di sicurezza e dei contratti. Per fermare questa lunga scia di sangue bisogna rafforzare le misure di contrasto, già deliberate dal Governo, servono misure repressive, più controlli, più medici del lavoro. E le imprese non possono considerare la sicurezza soltanto un costo”.



IMPRESE EDILI NON IN REGOLA IN ITALIA: IL PUNTO DI VISTA DI SBARRA

Sulla questione imprese edili non in regola, Sbarra a “La Stampa” ha detto che è evidente, a suo modo di vedere, che c’è un problema di controlli e di ispezioni che “non sono oggi sufficienti a garantire la sicurezza nei cantieri, tanto più in una situazione di forte ripresa del settore dell’edilizia. Molte imprese utilizzano in maniera discutibile, a volte selvaggia, il sub appalto e spesso chi subentra applica la logica del massimo ribasso a discapito della sicurezza, della prevenzione, del rispetto dei contratti. È un sistema che va cambiato profondamente. Anche per questo chiediamo la patente a punti e un’azione di prevenzione concreta a cominciare dai luoghi di lavoro più a rischio”.



La soluzione suggerita dal segretario è quella di assumere più ispettori e medici del lavoro per rafforzare le verifiche e la piena applicazione della normativa sulla sicurezza. Poi, è necessario un forte investimento sulla formazione, a cominciare dalle scuole, e più prevenzione, “per far crescere la cultura della sicurezza che è anche cultura della legalità”.