Una terribile notizia di cronaca giunge da Lomazzo, in provincia di Como, dove una 90enne è stata derubata e stuprata all’interno della propria abitazione da un senzatetto nigeriano di 26 anni, al quale non era stato concesso l’asilo. L’episodio risale alla serata di venerdì 11 giugno 2021 e viene riportato sulle colonne de “La Provincia di Como”: erano da poco passate le 21 quando l’anziana ha udito alcuni rumori provenire dalla cucina. Così, dopo essersi recata a controllare, ha trovato nella sua casa un giovane intento a frugare tra le sue cose e da quel preciso istante la vicenda ha assunto una piega del tutto spiacevole.



Non appena il giovane africano è stato scoperto, non ha cercato la via della fuga, come sarebbe peraltro stato logico supporre, ma ha invece deciso di aggredire la donna, portarla in un’altra camera dell’appartamento e violentarla sessualmente. Dopodiché, è scappato dal luogo del crimine, rubando il telefono cellulare della sua vittima, la quale, però, non si è scoraggiata e, nonostante il trauma appena vissuto, ha trovato in sé la forza e la lucidità di uscire di casa e andare ad avvisare uno dei suoi figli, che ha prontamente allertato i carabinieri.



90ENNE STUPRATA DA SENZATETTO: ARRESTATO

La triste vicenda della 90enne residente in provincia di Como si è conclusa con un “lieto fine”, per quanto la violenza da lei subìta e il trauma psicologico procuratole dal senzatetto nigeriano non possano essere cancellati, purtroppo, in nessuna maniera. La donna ha fornito infatti alle forze dell’ordine un identikit preciso del suo molestatore, che è stato rintracciato all’interno di un edificio abbandonato, unitamente al telefonino della vittima. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato come segue la notizia sul suo profilo Facebook: “Un fatto sconcertante che lascia senza parole. Un clandestino nigeriano di 26 anni e con precedenti ha rapinato e violentato una 89enne (compirà a breve 90 anni, ndr). Tutta la mia solidarietà e vicinanza alla signora per l’indicibile orrore vissuto e alla sua famiglia. Servono porti chiusi, espulsioni, certezza della pena. Attendiamo parole chiare soprattutto dal Viminale: dall’inizio dell’anno sono sbarcati in 15.375, contro i 5.521 dell’anno scorso e i 2.144 dello stesso periodo del 2019″.

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