Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica di Roma, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero”, nella quale ha analizzato la situazione attuale connessa alla pandemia di Coronavirus in Italia e nel mondo. Partendo dal tanto vituperato Green Pass, l’esperto ha sottolineato che si tratta di una misura utile, ma con un punto debole: “Ne renderei ancora più rigido l’uso – ha asserito –. La certificazione verde non andrebbe data più a chi fa il tampone, ma dovrebbe essere rilasciata soltanto a chi si è vaccinato o è guarito. Sarebbe un altro modo per spingere ancora di più alla profilassi”.
Eppure, la Danimarca sembra essere messa meglio di noi, dato che dal 10 settembre rimuoverà tutte le restrizioni anti-contagio: “La nazione, quando è arrivato il vaccino, ha portato avanti una campagna molto intensiva. Non dimentichiamo che è un Paese molto ricco e ha una capacità di organizzazione e decisione molto forti, quindi è riuscita a mettere in sicurezza la popolazione. Credo, però, che anche loro pecchino di eccessivo ottimismo, anche se di fatto bisogna riconoscere che hanno lavorato molto bene”.
WALTER RICCIARDI: “NEI PAESI POVERI I VACCINI NON ARRIVANO”
In questo momento, ha aggiunto Ricciardi ai microfoni de “Il Messaggero”, i bambini si stanno facendo sperimentazioni anche per la somministrazione dei vaccini anti-Covid in età pediatrica e, ad oggi, sono molto positivi i dati di efficacia sui bambini tra i 9 e 12 anni. È quindi presumibile che entro l’inizio del 2022 saranno disponibili anche per le fasce pediatriche. Convivere con il virus, tuttavia “è una pia illusione”, in quanto “è una lotta continua, non possiamo abbassare la guardia. Il grande errore di Australia e Nuova Zelanda è stato non aver capito che dopo aver ridotto la circolazione a zero, dovevano vaccinare”.
La primavera del 2022 può essere pertanto una tappa importante per i Paesi ricchi, ma è chiaro che rimangono scoperti gli Stati poveri; di questo passo, “la pandemia finirà non prima del 2024. Mentre si allestiscono decine di miliardi di dosi di vaccini, c’è il rischio di una variante che li buchi. Per questo, sarebbe quanto prima necessario fare una sospensione dei brevetti e il trasferimento tecnologico e produrre miliardi di dosi di vaccino per proteggere contemporaneamente Paesi ricchi e poveri. Bisogna mettere in atto una strategia planetaria, ma non mi pare che sia stata compresa l’entità della pandemia”.