Dimissioni Fabio Maria Damato: perché il manager si è licenziato?

Ormai è ufficiale: Fabio Maria Damato ha dato le dimissioni e non fa più parte della società di Chiara Ferragni. Il manager, dopo l’annuncio della rottura, ha rotto il silenzio attraverso alcune storie su Instagram, spiegando il perché ha interrotto il suo rapporto con l’influencer milanese più amata (ma anche contestata) d’Italia: si è trattato, come sottolineato nelle stories, di una scelta assunta proprio da lui, dunque non di un licenziamento. Il direttore generale e consigliere di Fenice srl e Tbs Crew, le due società dell’influencer, ha raccontato di aver deciso autonomamente di dimettersi dopo “dopo attente e inevitabili riflessioni”: una decisione presa già a febbraio, ma divenuta nota soltanto adesso in virtù del fatto che gli era “stato chiesto di restare fino a giugno”. È a tal proposito che ha voluto precisare che “le operazioni di comunicazione” successive a metà dicembre 2023 non lo hanno visto coinvolto. 



Nonostante le recenti difficoltà che hanno travolto Chiara Ferragni e le sue aziende, dal Pandoro Gate fino ad arrivare alla separazione con Fedez, Fabio Maria Damato ha ammesso di non rinnegare nulla: “In queste aziende ho condiviso un percorso professionale incredibile e per queste ho dato negli anni tutto me stesso, in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono” ha scritto. Nonostante ciò, non mancano alcune frecciatine nelle spiegazioni sulle dimissioni di Fabio Maria Damato, che proprio tramite i social, quelli che conosce così bene, spiega di non aver mai voluto replicare a provocazioni o informazioni farse per rispetto “delle persone e delle gerarchie”. Nel nome della verità, però, ha voluto “rettificare come la mia scelta sia stata autonoma e volontaria”.



Fabio Maria Damato, dimissioni: perché ha lasciato l’azienda di Chiara Ferragni?

A proposito delle ragioni che hanno portato alla rottura e alle dimissioni di Fabio Maria Damato, il manager non ha potuto non citare quanto accaduto lo scorso anno, a partire dal caso Pandoro. Il direttore generale delle imprese di Chiara Ferragni è tornato sulla questione, precisando che alcune e-mail a lui attribuite, non sono state in realtà scritte da lui: una difesa postuma ma necessaria alla luce delle sue recenti dimissioni. Nonostante alcune decisioni non siano state assunte da lui, Damato spiega di esserci rimasto male e di essere “amareggiato per il fatto che questa vicenda ha messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolto”.



Nonostante il lavoro sia stato sempre in salita, Damato ritiene di aver fatto qualcosa di importante che non può essere attribuito solamente alla fortuna. Gli ultimi mesi hanno senza dubbio messo a dura prova lui, tutta la società e le persone che vi lavorano, Chiara Ferragni in primis: proprio parlando di lei, Fabio Maria Damato dice di averla sempre rispettata “come persona e capo e per la quale l’onestà, la dedizione e l’affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione.