A Barcellona sarà difficile pranzare o fare aperitivo se non si è in compagnia, soprattutto nelle zone frequentate dai turisti. La ristorazione catalana, come riportano i quotidiani spagnoli, si è conformata agli orari e alle esigenze dei viaggiatori, favorendo le coppie e i gruppi. Infatti, i proprietari e i camerieri, sempre più spesso declinano le richieste dei viaggiatori soli di sedersi, preferendo lasciare i tavoli per i gruppi più numerosi. Spesso inventano scuse ma in alcuni casi, addirittura, hanno ammesso esplicitamente di non accettare le persone sole.
Barcellona, però, non è un caso isolato. Una tendenza come quella della città spagnola si nota sempre più spesso anche in altre località turistiche. Nella capitale della Catalogna, sono 6.375, come spiega Today, le terrazze, ossia gli spazi all’aperto dove bere o mangiare. Prima della pandemia erano 5.700: quasi 30mila i tavolini e quasi 15mila le sedie messe a disposizione dei clienti. Al giornale spagnolo El País, un testimone ha spiegato che ha vagato una serata di lunedì di agosto nella speranza di cenare all’aperto nel Carrer Blai ma è dovuto tornare a casa a stomaco vuoto: “Nella prima terrazza in cui ho trovato un tavolo, è arrivato subito un cameriere che mi ha detto che era riservato. Non lo era. Appena mi sono alzato, un gruppo di turisti si è seduto dietro di me. In quella successiva mi hanno avvertito che avrei avuto solo 20 minuti. Ho specificato che volevo cenare, ma hanno insistito che avrei dovuto farlo in quel tempo”. In un’altra, invece, “Mi hanno detto subito che la terrazza era solo per i gruppi”.
Perché a Barcellona è vietato mangiare soli
Va via via svanendo la possibilità di cenare all’aperto per chi è solo nelle grandi città, come Barcellona. Un’altra testimone, residente alla Dreta dell’Eixample, ha spiegato di essere stata rifiutata dalla terrazza del noto bar Cugat per esserci andata da sola: “L’ultima volta mi sono arrabbiata molto e ho detto loro che se era una questione di soldi, ero disposta a fare il loro gioco; che se stavamo per entrare nel capitalismo vorace, quanto era il minimo che dovevo pagare per potermi sedere in terrazza e cenare. Mi hanno detto che non era per quello, semplicemente non potevo sedermi da sola”. La situazione danneggia soprattutto i residenti, che hanno paura di consumare pasti soli con il timore di essere rifiutati. Ci sono addirittura orari off-limits per persone sole.
Ma perché la città spagnola, così come altre, non accetta le persone che vogliono mangiare un boccone da sole? Spesso queste restano sedute al bar per lavorare al computer per ore intere, magari ordinando un solo caffè. Dunque molti ristoranti e locali hanno affisso un cartello chiedendo di liberare spazio anche per altri turisti o residenti che vogliano mangiare. Ci sono limiti anche per internet: funziona solo un’ora e mezza dopo la prima ordinazione. Un’altra motivazione riguarda gli affitti dei locali, schizzati alle stelle: per pagarli, i ristoratori sono “obbligati” a favorire i gruppi. Una situazione che però danneggia chi viaggia solo o chi, residente, vuole ritagliarsi un momento per sé.