Padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, ha parlato sulle pagine di Famiglia Cristiana del conflitto in corso tra Israele e Hamas, dal punto di vista dei palestinesi, dei quali è al servizio da 28 anni presso la chiesa cattolica della Sacra Famiglia. Quando compiuto da Hamas in quel 7 ottobre, sottolinea immediatamente il parroco, è un “crimine efferato che abbiamo subito condannato” nel quale “sono state assassinate 1.200 persone in condizioni spaventose”.
A Gaza, spiega padre Romanelli, “vivono 2,3 milioni di persone, in grande maggioranza musulmane”, tra queste, “all’inizio della guerra eravamo un migliaio di cristiani, precisamente 1.017, tra cui un centinaio di cattolici, esattamente 135″. Nella sua parrocchia, sostiene, “si sono rifugiate 600 persone, tra cui molti bambini”, mentre “i bombardamenti e i cecchini israeliani hanno ucciso venti persone tra cristiani ortodossi e cattolici, altri sette cono morti per mancanza di assistenza medica”. Complessivamente, la comunità di Gaza ha “perso 27 fedeli, quasi il 3% dei cristiani“, dall’inizio della guerra, mentre “i feriti e i malati sono condannati a morte, poiché è quasi impossibile curarli per mancanza di risorse mediche”.
Padre Romanelli: “Dalla pace a Gaza dipende la pace nel mondo”
A fronte di questa tragica situazione che riguarda i cristiani di Gaza, ma senza ovviamente dimenticare le 22mila persone morte per mano degli attacchi israeliani, “tra cui 8mila bambini”, padre Romanelli ci tiene a rivolgere al mondo il suo appello fine ad “evitare che il conflitto israelo-palestinese si estenda all’intera regione. Non abituiamoci a questa carneficina” e, soprattutto, lavoriamo tutti assieme “per un cessate il fuoco immediato e permanente“.
Gaza, tuttavia, secondo padre Romanelli, ora più che mai ha bisogno dei suoi pellegrini, perché “permetteranno alla popolazione di non sentirsi più abbandonata e di ritrovare la speranza che al momento manca. L’intera popolazione palestinese attende i pellegrini, che esprimono la vicinanza del mondo interno alle cause della giustizia e della pace”. Israele, infatti, occupa quelle terre dal 1948, al punto che “in Palestina i musulmani, ma anche i cristiani, hanno provato un senso di ingiustizia” che a lungo andare a prodotto “l’estremismo e il terrorismo”. Una tregua vera e duratura a Gaza, inoltre, secondo padre Romanelli è importante anche perché “dalla pace in Terra Santa, dipende la pace nel mondo“.