La guerra in Ucraina si trasforma in una guerra di risarcimenti: chi pagherà i danni? Oltre i 565 miliardi di dollari di danni stimati per il paese caratterizzato dal conflitto, anche 1,4 miliardi di dollari che il Fondo Monetario internazionale aveva accordato a Kiev lo scorso 16 febbraio.
A guerra finita la Russia risarcirà l’Ucraina? Un pò di storia
Dando uno sguardo alla storia, la questione risarcimenti era già stata oggetto degli accordi di Jalta, voluti da Roosevelt e Churchill che, assieme a Stalin, furono quasi costretti a decretare un risarcimento in 10 miliardi di dollari dell’epoca (era il febbraio 1945, n.d.r.), che la Germania fu costretta cedere alla Russia per la ricostruzione del paese che, all’epoca comprendeva anche l’Ucraina. I due leader occidentali infatti, rispettivamente degli Stati Uniti e del Regno Unito, erano un po’ esitanti ad accettare, giacché considerarono che la Germania non avrebbe avuto il denaro per pagare e tutto ciò sarebbe finito per pesare sulle loro casse. Un sospetto legittimo, ma le pressioni di Molotov, Presidente del Consiglio dei commissari del Popolo dell’ex Unione sovietica è Ministro degli affari esteri russo dal 1939 al 1949, prevalsero. Così Stalin provvedete a smantellare l’impianto industriale tedesco a vantaggio dell’Urss.
Anche l’Italia dovette alcuni risarcimenti all’Unione sovietica dopo la seconda Guerra mondiale, per la precisione l’Italia pago 360 milioni di dollari americani i risarcimenti ai vari paesi: 125 milioni alla Jugoslavia, 105 alla Grecia, 25 alla Jugoslavia e 5 all’Albania. All’Unione sovietica toccarono 100 milioni di dollari. I risarcimenti dell’Italia furono il frutto degli accordi dei Trattati di pace di Parigi firmati nel 1940 7,2 anni dopo gli accordi di Yalta, nel 47 fu stabilito che la Germania dovette come risarcimenti complessivi un totale di 23 miliardi di dollari.
Ucraina, i costi della guerra: pagamento in rubli del gas russo, una provocazione?
Tuttavia le varie sanzioni che hanno caratterizzato questo conflitto, dalla chiusura di multinazionali del lusso in terreno moscovita, al taglio della Russia dal sistema dei pagamenti Swift che ha causato il disagio delle aziende russe ed europee interessate in scambio di merci e servizi. I disagi si sono fatti sentire anche tra le persone comuni che sono immigrati in altri paesi e desiderano inviare i soldi alla famiglia rimasta in Russia.
Vladimir Putin ha reagito a queste sanzioni dichiarando “irrintracciabili” pagamenti in dollari o in euro a fronte della fornitura del gas russo. I pagamenti per l’acquisto degli idrocarburi dalla Russia dovranno quindi essere corrisposti soltanto in rubli. È stato poi precisato che nessun altra valuta come yune, yen, franchi svizzeri, dollari australiani o canadesi potranno essere accettati, in alternativa si potrà scegliere soltanto l’oro fisico che attualmente è quotato circa 1940 dollari per oncia (1 oncia , 31 gr circa, n.d.r.).
Immediatamente hanno risposto i paesi del G7, attraverso i Ministri delle finanze, che hanno convenuto come questa dichiarazione di Putin sia una chiara violazione unilaterale di contratti esistenti. Dai tavoli del G7 infatti si afferma che il pagamento in rubli non è presente nei contratti e quindi non è accettabile. L’accettazione di un simile sistema di pagamento deve passare attraverso un nuovo sistema di accordi contrattuali. E nel frattempo che il rublo affonda, in alcuni casi viene escluso anche dal sistema di scambi, tanto che il sito della banca d’Italia non registri nessun valore per lo scambio di oggi.
Le basi di diritto internazionale sui risarcimenti di guerra della Russi all’Ucraina
Il principio dei risarcimenti internazionali è il medesimo che stabilisce il risarcimento in ambito civile privato: il presupposto infatti è quello di concedere un indennizzo al paese colpito in modo da ripristinare la situazione di partenza. L’indennizzo viene quindi corrisposto dal paese che ha causato il conflitto.
Gli esperti sono concordi nello stabilire che l’invasione russa del paese ucraino abbia comportato alcune violazioni dei trattati internazionali tra gli stati, tra cui la carta delle Nazioni Unite all’articolo 2 comma 4 dove si legge che “I membri devono astenersi nel loro relazioni internazionali dalla minaccia dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite“.
Va detto che l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha già apertamente condannato l’invasione russa dell’Ucraina, dando quindi il via ad un precedente che fungerà da sottostante per la questione risarcimenti. L’Ucraina ha già cominciato le azioni legali in ambito di diritto internazionale: la corte di giustizia internazionale si è infatti riunita per la prima udienza sull’invasione russa dell’Ucraina, ma la Russia non ha voluto partecipare. In questa udienza non si parlava assolutamente di risarcimenti, bensì della violazione dei diritti umani: in particolare l’accusa è quella di genocidio da parte russa in territorio ucraino. La Russia dal canto suo, riconoscendo le due repubbliche separatiste di Luchansk e Donetsk, è in un qualche modo creato un sottostante giuridico per l’azione militare, facendo riferimento alla possibilità per la Russia di intervenire militarmente per i paesi da lei riconosciuti che chiedono supporto militare. Parallelamente, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto i rischi per la violazione della convenzione Europea dei diritti umani, invitando la Russia a rispettarli. Se la sentenza dovesse essere a favore dell’Ucraina, quest’ultima potrebbe quindi costringere la Russia a risarcire la per i danni subiti Ma va detto che la quantificazione richiederebbe del tempo e le stime attuali sono soltanto provvisorie