L’influencer Camilla Lucchi, ospite della trasmissione di Rete 4 “Controcorrente”, si è confrontata sull’argomento Reddito di Cittadinanza con la conduttrice Veronica Gentili, con l’esponente di Forza Italia Alessandro Cattaneo e con la senatrice Barbara Lezzi (ex Movimento Cinque Stelle). La discussione, come di consueto, si è concentrata sulla questione di fondo, che ha portato anche Matteo Renzi e Italia Viva a caldeggiare una petizione per abolire il Rdc: chi mensilmente riceve l’assegno introdotto dai pentastellati, non cerca lavoro per via della sua pigrizia o per via dell’esiguità dei salari offerti?
Un quesito che Lucchi ha affrontato così: “In questo caso è difficile generalizzare. Ci sono giovani che hanno voglia di fare e giovani che ne hanno un po’ di meno. Io mi metto nei panni dell’imprenditore di Foggia (collegato durante il programma, ndr), perché anche io sono amministratrice di una società oltre a fare l’influencer nel digitale, perché il digitale è un mondo che esiste…”. Breve inciso: a seguito di questa affermazione, Veronica Gentili ha voluto evidenziare che si sfata così il mito secondo il quale ‘gli influencer fanno solo quello’, che secondo Camilla Lucchi “è un luogo comune che ormai non si può sentire, mi sento di difendere la categoria”.
CAMILLA LUCCHI SUL RDC: “A LETTO PER 800 EURO…”
Successivamente, a “Controcorrente”, Lucchi ha concluso il suo ragionamento: “Capisco l’imprenditore. D’altro canto, mi metto nei panni del signor Lino, che senza nessuna qualifica sta a casa a letto e prende 800 euro. Beh, quasi quasi starei a casa anche io…”.
A quel punto è intervenuta in replica Barbara Lezzi: “L’imprenditore di Foggia ha fatto un esempio, bisogna aiutare quelle famiglie che hanno due o tre figli e che con uno stipendio non ce la fanno. È lì il punto, uno stipendio deve essere sufficiente a mantenere una famiglia. Serve un intervento strutturale, che io mi sarei aspettata da un governo riformista. Anziché tanti piccoli interventi che alla fine non si sentono, serve un deciso taglio al cuneo fiscale”.