A Milano sono in preoccupante aumento i reati commessi con un’arma, per la maggior parte un coltello. Ben 80 gli episodi nell’ultimo anno, mentre gli omicidi o i tentati omicidi sono passati da 5 a 24 negli ultimi tre anni. Numeri snocciolati nelle scorse ore dal Corriere della Sera, resi pubblici dal procuratore di Milano presso il tribunale dei minori, Luca Villa. Nella maggior parte dei casi questi reati sono commessi da ragazzi che hanno genitori stranieri ma comunque integrati nella nostra società, e spesso si tratta di italiani.



Sono ragazzi che soffrono di un disagio, racconta ancora Villa al quotidiano di via Solferino, e che di conseguenza si sfogano in maniera sbagliata con la rabbia a casa, leggasi i vari maltrattamenti in famiglia (altro fenomeno purtroppo in aumento), nonché con risse fra altri giovani, o nelle relazioni personali. Per Luca Villa il problema è che spesso e volentieri non si riesce a trovare un movente, visto che ciò che sta accadendo fra gli adolescenti negli ultimi anni esula da ciò a cui siamo stati abituati.



MILANO, GIOVANI VIOLENTI: “ESTREMA LEGGEREZZA…”

Per meglio spiegare questo fenomeno il procuratore capo del tribunale di Milano sottolinea come questo gravissimo disagio non venga spesso e volentieri intercettato dalla comunità che ruota attorno al ragazzo, quindi famiglia, scuola e adulti di riferimento, ed in molteplici casi, come da numeri di cui sopra, si arriva ad utilizzare armi con estrema leggerezza, come se la vita “avesse poco valore”. Secondo Villa è quindi più “capibile” la violenza negli stadi e quella delle gang di latinos, rispetto ai continui episodi giovanili degli ultimi tempi.



Il procuratore parla di “un utilizzo disinvolto del coltello”, che può essere un’arma devastante se finisce nelle mani di chi non è in grado di controllare la propria rabbia visto che spesso e volentieri abbiamo assistito a decessi causati proprio da coltellate. Inoltre un coltello è alla portata di tutti, basta aprire il cassetto della cucina, e tenerlo con se viene considerato da molti giovani un fatto del tutto “normale”, quasi come se fosse una “moda”. Come fare quindi per risolvere quella che sembrerebbe essere una vera e propria piaga?

MILANO, GIOVANI VIOLENTI: “COSA BISOGNA FARE…”

Il procuratore racconta della necessità di dover lavorare assieme alle forze dell’ordine, a cominciare dal tema dei minori non imputabili. Villa si dice contrario all’abbassamento dell’età imputabile ma è anche vero che i minorenni che si macchiano di reati devono essere interrogati. Ad oggi si tende a non farlo per evitare loro possibili traumi, ma così si rischia di “creare una sorta di deleteria impunità”, aggiunge ancora l’esperto.

E’ invece importante ascoltarli, coinvolgerli, e spiegare loro dove hanno sbagliato e capire quale sia il disagio e nel contempo far comprendere le regole e i danni che si possono arrecare agli altri. Infine è fondamentale lavorare sulla prevenzione e a riguardo è fondamentale cominciare dal primo istituto educativo che è la scuola, riducendo al minimo la dispersione scolastica, elemento purtroppo ancora molto frequente in alcune province del sud. Importante è anche sostenere le attività sportive, di modo che siano accessibili a tutti, ma in generale è fondamentale alimentare “la passione di vivere”.