Il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, è intervenuto dopo il recente (ennesimo) episodio violento nel capoluogo campano, unito al terzo suicidio all’interno del carcere di Poggioreale, lanciano nuovamente un appello affinché più soggetti prendano parte, e soprattutto applichino con dedizione, il Patto educativo sottoscritto dal comune su spinta della Chiesa nel maggio del 2022.



“Sono profondamente addolorato e preoccupato”, ha spiegato il vescovo di Napoli, “per i recenti episodi di violenza e criminalità che hanno ancora una volta bagnato di sangue le strade della nostra città. E altrettanta preoccupazione nasce dal dramma di chi sceglie di mettere fine alla propria vita in un luogo che dovrebbe servire non soltanto a garantire la sicurezza della comunità ma anche e soprattutto la rieducazione”. L’appello del vescovo di Napoli è chiaro e mira alla “corresponsabilità affinché la violenza non generi altra violenza, affinché queste morti e queste ferite fermino altre morti e altre ferite, affinché si compia ogni sforzo non solo per tutelare la dignità e recuperare la vita di coloro che hanno compiuto il male ma anche perché si agisca preventivamente, mettendo al centro del dibattito cittadino l’emergenza educativa“.



L’appello del vescovo di Napoli: “Rilanciamo il Patto educativo”

La violenza a Napoli, e nel resto d’Italia, secondo don Battaglia ha un volto preciso e che deve essere combattuto con ogni mezzo, ovvero l’emergenza educativa. Da qui, infatti, nasce il Patto che ora più che mai deve essere rilanciato. “Chiedo”, ha detto il vescovo, “tutte le istituzioni e alla società intera di fare la propria parte senza cedere alla paura e all’indifferenza, insieme alla mia Chiesa napoletana di fare ancora una volta un passo in avanti, diventando ancor più un avamposto di cura integrale dell’uomo e un luogo sicuro per i ragazzi e i bambini della nostra città che hanno diritto a percorsi educativi inclusivi capaci di salvarli dalla strada e dalla violenza”.



A Napoli, secondo il vescovo, è arrivato il momento di proseguire “con una nuova fase del patto educativo, in ogni quartiere, municipalità e comune delle nostre diocesi dove abbiamo individuato alcune parrocchie a cui è stato affidato il compito di animare nell’ambito della propria zona questo processo, dando in questo modo una spinta dal basso a un percorso che necessita di maggiore impegno e attenzione da parte di tutti. La Chiesa c’è e desidera animare e rianimare la speranza della nostra gente”.