SI è tenuta nei giorni scorsi – precisamente dal 24 al 26 ottobre 2024 – la 21esima edizione della manifestazione RomaCuore che ha coinvolto i più importanti esperti della comunità medica romana, italiana ed internazionale tutti raccolti attorno ad una proficua discussione sulle più importanti novità in ambito cardiovascolare: decine gli incontri che si sono svolti all’interno dell’hotel NH Collection di Roma Centro partiti – nella giornata inaugurale di RomaCuore – da un ricordo per Franco Romeo ed arrivati (tra appuntamenti dedicati all’arterosclerosi, alla sanità calabrese, alla salute degli anziani e al diabete) fino al sempre più importante tema della lotta al fumo.



A quest’ultimo (infatti) è stata dedicata un’intera sessione nella giornata conclusiva dell’evento – ovvero sabato 26 ottobre -: tra gli ospiti figuravano il coordinatore cardiologo dell’Asl Roma 1 Silvio Festinese, il reumatologo bolognese Giuseppe Germanò e il presidente del Council of Cardiology practice della Società cardiologica europea Dimitri Richter che dopo essersi confrontati sul tema del rapporto medico-paziente hanno posto l’attenzione sul tema della riduzione del rischio grazie agli innovativi prodotti senza combustione.



Silvio Festinese a RomaCuore: “È la modalità di consumo a causare la maggior parte dei danni da fumo”

Soffermandoci proprio sulla lotta al fumo, a RomaCuore Silvio Festinese è partito dal ricordare che ad oggi non esistono “indici oggettivi per il monitoraggio sul consumo di tabacco” come – invece – esistono in campi come “la glicemia e il colesterolo”, relegando l’intera discussione a quelle che lui chiama “domande estemporanee [come] ‘quante sigarette al giorno fuma’ e ‘da quanto tempo’” del tutto inadatte allo scopo di avere “una storia esaustiva”: l’appello di Festinese è quello di “dedicare più tempo all’anamnesi” per avere un’idea chiara sul “livello di rischio”; giungendo anche ad una maggiore “empatia nel rapporto medico-paziente”.



Più avanti nel suo intervento a Roma, Festinese ci tiene a mettere in chiaro che “il fumo fa male” in ogni sua forma, e seppure “il consumo della nicotina” sia di per sé un fattore di rischio, la letteratura clinica conferma che “è la modalità di consumo (..) ad essere la vera causa del danno” – sia dal punto di vista cardiaco, da quello oncologico – rilasciando nell’organismo “decine di sostanze tossiche e cancerogene”.

Dimitri Richter: “Ora servono nuove linee guida per la lotta al fumo”

A quest’ultimo punto citato da Festinese si è concentrato – poco dopo – Dimitri Richter che pur confermando che “scientificamente la cosa migliore [sia] non fumare” non si può ignorare l’enorme numero di “fumatori che non riescono a smettere“, drammaticamente confermato dai dati che ci dicono che “a sei mesi da un infarto” la metà dei fumatori che hanno deciso di smettere “ricominciano”: proprio a loro si dovrebbe guardare nella lotta al fumo incentrata sulla “riduzione del rischio” basata sull’utilizzo di “prodotti senza combustione“.

Questi ultimi – continua Richter – “hanno minori emissioni di sostanze nocive” con la positiva conseguenza che possono parzialmente attenuare “il rischio di malattie” dato che “la nicotina non sembra essere la causa fondamentale della arterosclerosi legata al fumo” che ricollega alle “oltre 2mila sostanze emesse quando accendiamo una sigaretta”: dal canto suo – conclude – l’appello è quello a seguire l’esempio della Grecia che “ha emesso un decreto che riconosce [la validità] dei dispositivi senza combustione” per la lotta al fumo, giungendo ad una nuova serie di “Linee guida ufficiali” in grado di aiutare “il consumatore”.