Matteo Bussola, criticato a Sanremo per il testo di Mare fuori: cosa è successo?
Nella serata di martedì del Festival di Sanremo 2024 il cast della serie Mare Fuori ha letto, sul palco dell’Ariston, un testo, presentato da Amadeus come inerente ai femminicidi, scritto da Matteo Bussola. Un testo, tuttavia, che è stato aspramente criticato, specialmente da Elena Cecchettin, sorella della Giulia uccisa lo scorso novembre dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, secondo la quale “di un siparietto di pinkwashing le vittime di femminicidio e 13 sopravvissute se ne fanno poco”.
Ma Matteo Bussola, autore del testo letto a Sanremo 2024, sulle pagine della Stampa, ci tiene a precisare che “io ho scritto un pezzo sulle relazioni” e non sui femminicidi, ragione per cui, seppur “capisco bene quello che dice Elena”, non può condividere completamente le sue critiche. Il suo testo, spiega, “provava a immaginare una piccola educazione sentimentale. Un pezzo sulle relazioni sentimentali, un mini glossario per relazioni sane, che potesse aiutare a disinnescare i meccanismi tossici legati al possesso e alla sopraffazione”. Dal conto suo, inoltre, ci tiene anche a precisare che sul testo che ha scritto per Sanremo, “avevo anche segnalato” che parlare di femminicidi avrebbe “portato fuori strada” il pubblico, ma venne completamente ignorato.
Chi è Matteo Bussola, autore del testo di Mare fuori: “Sanremo non è il posto per parlare di femminicidi”
Inoltre, ragionando ancora sull’accaduto a Sanremo e sul suo testo, Matteo Bussola non ritene che quello sia il palco migliore per parlare di femminicidi, perché “ci sono alcune cose che in tre minuti non si possono affrontare come in un saggio. Descrivere in modo più gentile e accogliente le relazioni”, si giustifica nuovamente dalle critiche ricevute, “mi sembrava giusto ed efficace. Soprattutto, mi piaceva l’idea che lo facessero i protagonisti di una serie tv che la violenza, anche di genere, la agiscono”.
Insomma, più che un testo contro i femminicidi, quello letto a Sanremo dal cast di Mare Fuori, sottolinea nuovamente Bussola, voleva essere un modo per promuovere le relazioni sane e prevenire la violenza di genere che, secondo lui, “si fa anche promuovendo competenze affettive che permettano alle relazioni di diventare un luogo di costruzione di sé”. Infine, sulle critiche secondo cui non possa essere un uomo a parlare o scrivere di femminicidi e violenza di genere, specialmente a Sanremo, Bussola sottolinea che “io la questione maschio che non ha diritto a parlare di questioni di genere la trovo ingiusta“. Infatti, così facendo, spiega, si nega agli uomini “la possibilità di essere parte di un cambiamento che senza la loro partecipazione non può avvenire”.