Torna per il secondo anno consecutivo – dopo la primissima edizione che si è tenuta lo scorso anno – la scuola di Sussidiarietà promossa dall’omonima Fondazione che anche nel 2024 ha ottenuto il patrocinio di ANCI Piemonte e del Centro dei Servizi territoriali di Novara e Verbania-Cusio-Ossola: il vero e proprio percorso formativo (ma tra poche righe lo vedremo nel dettaglio) è rivolto soprattutto ai dipendenti e ai dirigenti delle PA, ma anche a tutti gli operatori del Terzo settore e mira a fornire le basi della cosiddetta ‘amministrazione condivisa’ grazie ad un ricco programma di laboratori che si terranno tra Novara e Torino.



La scuola di Sussidiarietà sarà presentata venerdì 4 ottobre 2024 alle ore 12 a Novara, in occasione dell’Assemblea regionale di ANCI Piemonte alla quale presenzieranno, oltre – ovviamente – al presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini anche il presidente emiliano di ANCI Luciano Galli e la docente della Satale milanese Lorenza Violini che nella scuola avranno rispettivamente il compito di coordinare i laboratori didattici e responsabile scientifica; il sindaco locale Alessandro Canelli e il presidente del CST novarese Carlo Teruzzi.



COME FUNZIONA LA SCUOLA DI SUSSIDIARIETÀ

La scuola di Sussidiarietà aprirà le sue porte per gli appuntamenti formativi lunedì 21 e 28 ottobre, poi lunedì 11 novembre, sempre al Castello di Novara (qui il programma completo), mentre chiuderà tutta la lunga e ricca serie di lezioni e laboratori – ovvero i reali protagonisti della scuola – un evento conclusivo che si terrà, con una sorta di circolarità, al Castello di Torino nella giornata di sabato 23 novembre, alle ore 10 in punto.

Ma – concretamente – in cosa consiste e cosa tratterà la scuola di Sussidiarietà? Come anticipavamo già prima il principio cardine sarà quello di far comprendere agli ‘studenti’ i principi dell’amministrazione condivisa: il punto di partenza sarà quello delle basi di scrittura di una proposta di co-programmazione e di una da rivolgere agli ETS, passando poi anche ai metodi migliori per dialogare con i vari enti locali e gli ETS ed – infine, ma a grandissime linee – alla gestione dei tavoli di confronto; mentre renderanno ancora più ricca l’offerta formativa della scuola di Sussidiarietà una serie di laboratori e simulazioni su dei case studies, oltre alla possibilità di conoscere imprenditori ed associazioni del novarese e del torinese.



Dal canto loro, Fondazione per la Sussidiarietà mette a disposizione il suo prestigio e l’autorevolezza scientifica, mentre ANCI Piemonte la sua esperienza e la competenza amministrativa riguardo la gestione locale, CST ETS Novara VCO ha dalla sua il contatto diretto con le esigenze degli ETS.

I BENEFICI DELL’AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

La cultura della sussidiarietà ha ancora una grande potenzialità da esprimere nel mettere a sistema il contributo di tutti i soggetti coinvolti, a partire da quelli più prossimi al bisogno, che abbiano maturato esperienza, know-how e qualità delle risposte, in un contesto in cui il pubblico stabilisca gli obiettivi di qualità dei servizi e monitori il loro perseguimento“, evidenzia il professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Infatti, risultati e benefici per la comunità possono arrivare solo seguendo un percorso di confronto e condivisione: si comprende allora come sia importante coinvolgere tutti gli attori degli ambiti del sociale, ed è ciò che fanno co-programmazione e co-progettazione tra pubblico e privato.

L’amministrazione condivisa, sancita nell’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione, come evidenziato dalla professoressa Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale all’Università Statale di Milano e responsabile scientifica della scuola di Sussidiarietà, “è un elemento portante dei procedimenti amministrativi nella relazione tra Comuni e Terzo Settore. La scuola offre una panoramica e degli esempi di queste nuove procedure finalizzate al miglioramento dei servizi offerti ai cittadini“.

Carlo Teruzzi, presidente del CST Novara VCO, spiega invece il motivo per il quale gli enti che hanno organizzato tale scuola hanno fortemente voluto questo percorso formativo: mette in pratica, con le esperienze dei laboratori, “le regole su co-programmazione e co-progettazione, nonché tutti gli elementi che contraddistinguono, in senso pienamente innovativo, le scelte gestionali degli enti locali“. Ma Teruzzi rimarca anche il ruolo degli ETS nella tenuta del tessuto sociale italiano, definendolo “centrale“, quindi con l’amministrazione condivisapossono e devono divenire ancor più protagonisti della scena pubblica, nonché propulsori dei processi di cambiamento del sociale, in quanto ‘percettori’ delle esigenze del territorio“.