Claire Foy e Paul Bettany sono i protagonisti di A Very British Scandal, una miniserie in tre episodi disponibile su TimVision dal 21 aprile. È il racconto della controversa (e vera) storia sentimentale dei duchi di Argyll che, durante gli anni ’60, riempì le pagine dei rotocalchi inglesi, fino al drammatico processo che condusse al divorzio della coppia.
Margaret Campbell, divenuta duchessa in seguito al matrimonio con l’unico erede rimasto in vita della nobile famiglia scozzese, venne letteralmente massacrata durante il processo, nel corso del quale i legali del marito usarono contro di lei ogni arma possibile, comprese alcune foto intime della donna scattate con una polaroid e sottratte furtivamente dal marito. All’epoca il processo fu a senso unico contro la “dirty” Margaret, oggi è ricordato come il primo caso di “reverge porn” della storia.
Claire Foy (la giovane Elisabetta nelle prime due stagioni di The Crown) interpreta al meglio la giovane ereditiera, figlia di un ricchissimo imprenditore disposto a foraggiarla nella sua ascesa sociale e che guarda di buon occhio l’acquisto per la famiglia di un così alto titolo nobiliare, con annesso un enorme castello in Scozia di cui finanzia il restauro. Ma Margaret è una ricca donna moderna a cui piace vivere e divertirsi, e che è mal disposta verso le regole, immutabili nel tempo, che governano la nobiltà britannica.
Il duca Ian Argyll è uno spiantato giovanotto di bell’aspetto sempre a caccia di ricche doti. Ha già due matrimoni alle spalle e due eredi maschi a cui affidare il titolo dopo la sua morte. Insegue l’illusione di trovare nei suoi possedimenti un tesoro perduto da una nave spagnola e cura le ferite subite durante la guerra con potenti psicofarmaci. Nonostante tutto ciò, quando la moglie si convince che l’unica strada è il divorzio, godrà del sostegno di tutto la società che conta, compresi i giudici della corte chiamata a decidere. Il processo sarà ricordato come l’apoteosi della società maschilista e la sentenza condannerà la donna, oltre al pagamento delle spese, all’umiliazione perpetua.
La serie si inscrive perfettamente in quel complesso lavoro di revisione culturale degli anni ’60 in Inghilterra, che hanno fatto il successo di The Crown e di altre produzioni come A Very English Scandal realizzato nel 2018 sempre dalla BBC con protagonista Hugh Grant. Sono produzioni che oltre ad aver investito molto sui cast e sulle sceneggiature di livello, oltre a essere impreziosite da costumi e scenografie curati alla perfezione, si sono affermate soprattutto per il coraggio con cui hanno descritto i limiti di una società inglese fin troppo vittima del maschilismo dominante, compressa dal ruolo sempre più inattuale di una nobiltà fuori dal tempo e dominata soprattutto dal persistere di una cultura ipocrita e fintamente puritana, che solo negli ultimi anni è stata definitivamente defenestrata dal movimento Me Too.
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