Aaron Carter, la madre non si arrende: “Non è overdose”

La madre di Aaron Carter non si arrende: la donna è convinta che il figlio non sia morto per un’overdose nel bagno di casa sua, come affermato dal medico legale, ma che sia stato ucciso. Per questo, la donna ha deciso di rendere pubbliche le immagini del luogo dove il cantante è stato trovato senza vita il 5 novembre dell’anno scorso, in modo che tutti potessero vedere la “possibile scena del crimine”.



Nelle foto pubblicate dalla signora Jane, si vede la vasca da bagno dove il corpo di Carter è stato trovato: l’acqua è di “un’inquietante sfumatura verdastra”, perché il cadavere è rimasto lì alcune ore. In altri scatti si vedono gli asciugamani “perfettamente posizionati sul pavimento” e l’acqua sporca sulle piastrelle del bagno.



L’appello della madre di Aaron Carter

La madre del cantante, in un post condiviso da Tmz, ha scritto: “Sto ancora cercando di avere una vera indagine sulla morte di mio figlio Aaron Carter e voglio mostrarvi le foto del posto dove è morto, perché il coroner ha detto che si è trattato di un’overdose accidentale. A causa della malattia mentale di mio figlio e dei suoi problemi di dipendenza, non è mai stata considerata come una possibile scena del crimine e ci sono delle persone che devono essere ritenute responsabili di quanto accaduto. Le foto non sono state scattate dai poliziotti, eppure loro hanno permesso a chiunque di entrare in casa. Aaron aveva ricevuto un sacco di minacce di morte e moltissima gente gli stava rendendo la vita orribile”.



La signora Carter nel post ha spiegato di avere pieno appoggio da parte di tutta la famiglia e degli amici del figlio per la pubblicazione delle foto: l’obiettivo di tutti è quello di far riaprire il caso. Sempre Tmz, lo scorso gennaio aveva rivelato l’esito delle indagini del medico legale della contea di Los Angeles. L’esperto aveva comunicato alla famiglia del cantante di non aver trovato acqua nei suoi polmoni, escludendo quindi l’annegamento come causa della morte e dando come possibile motivazione un’overdose.