Quella che i giovani d’oggi stanno attraversando viene definita ‘crisi generazionale’, che troverebbe il suo fondamento in uno stress emotivo che non li farebbe mai sentire abbastanza. Da qui ecco profilarsi un sempre più preoccupante abbandono scolastico, che li porta a perdersi senza riuscire a capire quale possa essere la giusta strada da seguire. Niente li entusiasma, mancano le aspirazioni e sembra essere sempre più difficile reggere ai contraccolpi a cui la vita li sottopone. A seguito di tutto ciò iniziano gli stati di ansia, la depressione, fino ad arrivare anche all‘interruzione degli studi e perfino all’isolamento sociale.
Conseguenze, tutte queste, che alcuni sociologi hanno ricollegato ai lockdown e alla post-pandemia, ma che affondano le radici anche in una società in cui i giovani non riescono a trovare un proprio posto. I dati Svimez pubblicati da Repubblica hanno fatto emergere come 1 ragazzo su 6 abbandoni la scuola. Ma è soprattutto il Sud Italia dove si registra il più alto tasso di abbandono scolastico, col centro-nord in cui si registra il 10,4% contro il 16,6% del Mezzogiorno. Napoli, in particolare, ha ben il 23% di casi di ritiro dagli studi.
Rischio aumento abbandono scolastico con autonomia differenziata
I dati che sono emersi fotografano sicuramente quella che sta diventando una piaga per il nostro Paese, destinata anche a raddoppiare nel 2023. Eppure questo problema sembra passare inosservato e silente, senza che il Governo se ne preoccupi più di tanto. La preoccupazione si dovrebbe fare più importante se si pensa all’autonomia differenziata prevista dal ddl Calderoli, che potrebbe incentivare maggiormente il divario tra Nord e Sud e le disuguaglianze tra ragazzi.
L’abbandono scolastico è infatti solo una delle conseguenze di un sistema scolastico diversamente (e talvolta malamente) gestito a seconda dell’area geografica. Pensiamo ad esempio al tempo pieno: al Sud lo troviamo solo nel 18% degli istituti scolastici, invece nel resto del Paese è pari al 48%. Per non parlare poi di altri servizi quali mensa e palestra. Nelle regioni settentrionali più dell’80% delle scuole ha la mensa e oltre il 70% ha una palestra, mentre nelle regioni meridionali la situazione è completamente ribaltata. Questa situazione è destinata a permanere, se non a peggiorare, se consideriamo anche che al mondo dell’istruzione non sono state dedicate neppure troppe risorse, nemmeno nel Pnrr, perlomeno con riferimento alla necessità di rafforzare il sistema scolastico in quelle aree più complicate del Paese.