Le lunghe liste d’attesa continuano a rappresentare il principale ostacolo all’accesso ai servizi sanitari. Dalle indagini Istat sulla popolazione si rileva infatti una riduzione della quota di persone che ha effettuato visite specialistiche o accertamenti diagnostici nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022. Rocco Bellantone, professore della Cattolica nominato a settembre Commissario dell’Istituto superiore di sanità (Iss) da Orazio Schillaci e appena “vistato” da Camera e Senato, nel descrivere il suo Iss, ha affrontato anche questa problematica nel corso dell’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore.
Bellantone è partito dal concetto di appropriatezza: “ l’Istituto è obbligato dalla legge Gelli sulla responsabilità professionale a produrre linee guida e buone pratiche per i professionisti sanitari e questo aiuterà a definire percorsi diagnostico-terapeutici utili a evitare atti impropri e perdite di tempo. E a restituire un po’ di serenità ai medici, sotto l’attacco di una miriade di cause per colpa professionale. Inoltre, l’Istituto pensa a un sistema integrato che possa definire “requisiti minimi” in collaborazione con Agenas e ministero: oggi molti reparti in Italia affrontano un caso senza adeguata esperienza e quindi – in accordo con il ministero – realizzeremo un tabulato con il numero annuo di casi necessario per poter seguire un determinato paziente. “
LISTE D’ATTESA RIDOTTE E PERCORSI DI CURA ‘VIRTUOSI’
Bellantone ha promesso di migliorare la problematica delle liste d’attesa nella sanità, precisando però anche come l’ISS da lui diretto, da solo, non possa risolvere in toto questa ‘piaga’. “Di certo l’Istituto da solo non può essere risolutivo, ma già se tutta l’Italia seguisse questi percorsi virtuosi abbatteremmo le liste d’attesa del 20-30 per cento. Poi certamente ci vorrà un’azione politica che sono sicuro il ministro Schillaci e i suoi collaboratori stanno già disegnando. “
Il professore punta anche ad una ridefinizione più precisa dei reparti, in modo che ciascuno di essi possa dedicarsi solo a specifiche patologie, per non disperdere il lavoro e garantire ai pazienti maggiore efficienza. Bellantone ha infatti affermato: “Tramite “criteri minimi” ribadiremo che quel reparto non si deve occupare di ciò in cui non è esperto. Il mio sogno è arrivare a certificati di appropriatezza, una sorta di “bollino”, rilasciati dalle Regioni o dal ministero, che indichino ai cittadini dove curarsi in tutta sicurezza.” Le intenzioni di Bellantone sono quelle di arrivare nel giro di un paio d’anni ad una sanità ‘ristrutturata’ almeno per quanto riguarda la cura della patologie più frequenti, proseguendo negli anni verso un continuo miglioramento.