Un complesso in stile romanico che include non solo gli edifici monastici cistercensi ma pure la chiesa costruita attorno al XII secolo e che per tanto tempo ha rappresentato in questo angolo di Piemonte un importante punto di riferimento per le zone circostanti non solo dal punto di vista prettamente socio-economico ma pure politico: benvenuti nell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda (sita in località Staffarda di Revello, nel Cuneese), uno dei “gioielli” dal punto di vista artistico e architettonico che la regione oggi sfoggia con maggior orgoglio e che rappresenta pure uno dei più pregiati lasciti di quella tanto affascinante quanto misteriosa Età Medievale. E proprio i misteri e anche alcuni segni che rimandano a simbolismi nascosti abbondano all’interno di questo complesso (che annovera pure alcune cascine) e che negli anni ha appassionato studiosi e appassionati del genere per scoprirne l’origine. Andiamo alla scoperta di quest’Abbazia piemontese e dei piccoli tesori che custodisce al suo interno, segreti compresi.



L’ABBAZIA DI SANTA MARIA A STAFFARDA

Ubicata nei pressi di Staffarda di Revello (ovvero una frazione dell’omonimo comune in provincia di Cuneo), centro che fa parte del parco fluviale del Po, la storia dell’Abbazia di Santa Maria comincia tanto tempo fa in queste terre pianeggianti che un tempo furono gentilmente donati dal Marchese Manfredo I di Saluzzo ai locali monaci Cistercensi nell’XI secolo: i lavori di costruzione cominciarono ne 1135 secondo alcuni documenti che inoltre confermano come questo complesso sia nato sopra degli edifici di natura ecclesiastica che già esistevano; lo scopo del “dono” del Marchese era quello di rendere Staffarda un centro all’avanguardia per la bonifica delle campagne della zona e la sua fondazione è da ritenersi importante anche per il fatto che in seguito diede impulso alla nascita di altre quattro abbazie cistercensi. Nel corso dei secoli altre notizie riguardanti il complesso di Santa Maria si hanno verso la fine del 1600 quando gli edifici subirono dei danni a causa del conflitto sabaudo-francese e poi nel 1750 quando con una bolla papale fu affidata all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dopo un lungo periodo in cui non vi erano state tracce di vita monastica. Sempre da documenti e testimonianze verificate si è appreso purtroppo che a Santa Maria aveva luogo una ricchissima biblioteca, in cui trovavano posto pure rari manoscritti, che però in parte è andata perduta e in parte è finita nel patrimonio dei reali di Savoia.

UN COMPLESSO TRA MISTERI E CURIOSI SIMBOLISMI…

Ma cosa offre al visitatore al suo interno l’Abbazia di Staffarda che pochi chilometri da Saluzzo, al di là delle succitate vicissitudini, è giunta a noi in ottime condizioni e che è la testimonianza non solo di un importante passato medievale ma anche di una realtà monastica che conobbe in quel periodo in Piemonte il suo apice? Come detto si tratta di un complesso che comprende appunto la bella chiesa abbaziale con campanile e a tre navate in cui al romanico che domina si affianca pure il gotico (con una interessante bicromia di tutti i materiali utilizzati) e dove si può ammirare pure il Polittico di Pascale Oddone ma anche un notevole gruppo ligneo della Crocefissione datato attorno al 1500 e un Refettorio con i resti di quello che era un affresco raffigurante l’Ultima Cena. Tuttavia a rendere interessante una vista in quel di Staffarda sono anche alcuni misteri legati al suo luogo di maggior interesse: infatti sulla data di origine ci sono delle dispute e c’è chi ipotizza sia anche antecedente. Inoltre come fanno notare gli esperti all’interno della chiesa l’abside è curiosamente di dimensioni minori rispetto a quello laterale, mentre è oggetto di dibattito la cosiddetta “Rosa di Staffarda”, ovvero il simbolo presente in maniera non simmetrica sulla navata destra che sembra quasi fuori contesto: questo intreccio di linee curve verdi-azzurre-rosse è un vero e proprio enigma dato che sembra preesistente alla costruzione dell’abside e che all’epoca sia stato letteralmente “aggirato” per essere preservato. Secondo qualcuno si tratterebbe del misterioso “Fiore (o Nodo) dell’Apocalisse” (simbolo dell’equilibrio tra i Quattro Elementi e di Armonia) anche se questa tesi non è generalmente accettata. Infine non va dimenticato che a Staffarda e dintorni vi sono molte testimonianze della presenza a suo tempo dei Templari (il noto ordine cavalleresco cristiano nel Medioevo) e attorno alle quali è sorta tutta una letteratura e con degli interessanti collegamenti con i simboli della Cappella Templare di Montsaunès, in Francia.

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