In carcere lo studente di 16 anni che lunedì ha aggredito a coltellate la sua professoressa di Italiano e Storia, Elisabetta Condò. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Nicoletta Cremona, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto, che è stato formalizzato dai carabinieri di Abbiategrasso la sera stessa dell’aggressione. Il ragazzo è accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e detenzione di armi finalizzata alla commissione del reato di tentato omicidio. Nel corso dell’udienza «ha ammesso la propria responsabilità, non riuscendo a fornire una giustificazione per il gesto compiuto», riporta Repubblica, citando i magistrati. Inoltre, il 16enne non è stato neppure in grado di formulare una riflessione critica rispetto alla gravità della propria azione.



La procura dei minori di Milano in una nota fa sapere che le indagini proseguiranno «per definire ulteriormente il quadro e ricostruire i tratti di personalità del giovane indagato». A prescindere dalle condizioni personali che possano aver causato il gesto, a parere di tale Ufficio, lo stesso «va letto quale episodio isolato, non sintomatico o tendenziale del disagio e malessere diffuso in alcune fasce della popolazione giovanile e adolescenziale».



16ENNE CHE HA ACCOLTELLATO PROF IN CARCERE: “STOP AL CLAMORE MEDIATICO”

Dalle indagini finora compiute è emerso che il 16enne, durante la lezione, ha colpito all’improvviso la professoressa, aggredendola alle spalle, con un pugnale che aveva portato alla scuola di Abbiategrasso, tenendolo nascosto nello zaino. La procura dei minori di Milano spiega che l’aggressione è terminata solo quando la vittima è scappata dall’aula. Il ragazzo, impugnando una pistola che poi si è rivelata essere un’arma ad aria compressa, ha intimato ai compagno di allontanarsi dall’aula. Il procuratore dei minori di Milano, Ciro Cascone, come riportato dal Giorno, ha poi voluto esprimere l’auspicio che «il clamore mediatico rientri nel canale del fisiologico e doveroso diritto di cronaca, onde evitare una sovraesposizione delle parti coinvolte, a cominciare dal giovane indagato, ma soprattutto degli altri studenti, già molto scossi per l’episodio accaduto nella propria scuola». La vicenda, infatti, ha scioccato non solo la comunità locale, ma l’opinione pubblica. Il procuratore ha aggiunto che il 16enne «non aveva mai manifestato segnali particolari di aggressività».

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