Abel Ferrara e il rapporto con Padre Pio
Abel Ferrara, regista americano che vive a Roma, ospite della puntata di Oggi è un altro giorno, racconta il rapporto con Padre Pio a cui ha dedicato un film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia comincia il suo racconto a Serena Bortone parlando del legame con il nonno. “Mio nonno era un ragazzo di campagna e Padre Pio veniva da Pietralcina ed essere nati al Sud in quel periodo temprava. Parlare di Padre Pio e mio nonno me li fa sentire più vicini”, spiega il regista. “Non c’è una separazione. Padre Pio era un grande confessore. Aveva molta empatia con la gente e questo si riflette nella forza, nella potenza della confessione e nel modo in cui si rapportava alla comunità. Era molto vicino a ciò che accadeva in quella piccola cittadina. Lui aveva le stimmate che non erano separate da ciò che accadeva all’epoca in quella cittadina”, ha aggiunto.
Serena Bortone, poi, lascia la parola a Padre Luciano che ha conosciuto Padre Pio. “Non mi ricordo la prima volta che ho conosciuto Padre Pio perchè mi ha battezzato. Ho servito la messa a cinque anni e quando ho fatto la Prima comunione sono stato confessato da lui. Lo ricordo come un nonnimo che sapeva mettersi a nostra disposizione. Le confessioni di Padre Pio, salve qualche eccezione, erano piuttosto brevi. Lui dava solo qualche consiglio“, svela.
Abel Ferrara e il rapporto con la fede
Nello studio di Oggi è un altro giorno, nella puntata del 14 settembre, accanto ad Abel Ferrara, arriva Tiberio Timperi che ha visitato San Giovanni Rotondo e ricorda così quell’esperienza: “Sono entrato in punta di piedi con una sorta di timore reverenziale perché la figura di Padre Pio incute timoe referenziale di fronte al quale non riesci a restare indifferente. E’ un luogo che emana energia e anche le persone più ciniche, se hanno un po’ di emotività, fanno un passo indietro”, spiega Timperi.
Ma qual è il rapporto di Abel Ferrara con la fede?”, ammette il regista. “Se avessi conosciuto Padre Pio, quale peccato gli avresti confessato?”, chiede Serena Bortone. “Ne avrei tanti da confessare, resterei a confessarmi per un’ora. Il film parla di Padre Pio come uomo, non come santo. Per me i miracoli di Padre Pio sono la costruzione di un ospedale in un luogo in cui non c’era neanche l’acqua corrente quando arrivò”, conclude il regista.