L’emergenza Coronavirus che sta colpendo l’Italia in queste settimane è davvero seria, non conosce quasi precedenti e, ora più che mai, c’è bisogno di sostenere da vicino chi, quotidianamente, recita una parte attiva nella lotta al contagio tra le fila della sanità pubblica. Per questo il “Cura Italia” approvato nelle scorse ore dal governo Conte contiene in sé una decisione a suo modo storica: la laurea in medicina è infatti divenuta definitivamente abilitante alla professione medica“Questo significa liberare immediatamente sul sistema sanitario nazionale l’energia di circa diecimila medici, fondamentale per far fronte alla carenza che lamentava il nostro Paese – ha asserito sulle colonne de “La Repubblica” il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi –. Cogliamo questo momento di difficoltà per adeguarci per sempre e con positività anche alle esigenze di una società che cambia. Fronteggiare l’emergenza Coronavirus significa dare risposte immediate, ma con una visione che consenta all’Italia di guardare in prospettiva al medio-lungo periodo”.



ABILITATI 10MILA NUOVI MEDICI, IL MINISTRO MANFREDI: “SISTEMA UNIVERSITARIO PREZIOSO”

Diecimila nuovi dottori, dunque, sono pronti a scendere in corsia e ad allearsi ai loro colleghi più esperti in una battaglia alla quale nessuno era psicologicamente e materialmente pronto, ma che ora deve obbligatoriamente essere combattuta con il massimo sforzo da parte della collettività medica, chiamata a fronteggiare un nemico tanto insidioso quanto, purtroppo, invisibile e poco conosciuto. Il ministro Manfredi, nel motivare la decisione di rendere la laurea in medicina abilitante, ha aggiunto nel suo intervento su “La Repubblica” che “l’Università rappresenta il motore dello sviluppo del Paese, la testa che guida verso il cambiamento e deve saper dare l’esempio a tutti gli altri. Il sistema universitario ha sin dall’inizio mostrato grande collaborazione e capacità di adeguarsi rapidamente alle nuove esigenze poste da questa emergenza e di questo ringrazio la Crui e tutti i rettori. In questa direzione, mi sono sentito di chiedere un ulteriore sforzo, sempre nell’interesse dei nostri studenti, a cui stiamo assicurando la continuità didattica, proponendo di posticipare anche il pagamento delle tasse universitarie al 30 maggio”.

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