A breve verrà pubblicato il DPCM attuativo sui corsi abilitanti che riguarderanno i docenti della scuola secondaria di I e II grado. Siamo ad un anno di ritardo, visto che si sarebbe dovuto emanare entro il 20 luglio 2022. La bozza del decreto è già stata resa nota. Manca ora il parere del CSPI prima che possa essere approvato in via definitiva in Consiglio dei Ministri. Intanto emergono le prime novità circa le modalità di conseguimento dei CFU.



Il nuovo sistema di abilitazione all’insegnamento prevede il possesso della laurea magistrale richiesta per la classe di concorso d’interesse a cui andrà aggiunto il conseguimento di 60 CFU per chi aspira a partecipare al concorso e ottenere una cattedra alle medie o alle superiori. Un correttivo introdotto all’atteso decreto attuativo, come riporta il Sole 24 ore, prevede inoltre la possibilità di conseguire la metà dei crediti formativi richiesti (quindi 30) anche online, ad esclusione di laboratori e tirocini. La deroga riguarderà comunque i primi due anni accademici (2023/24 e 24/25).



Nuovo sistema di abilitazione docenti: cosa non piace?

Se l’abilitazione è il requisito per partecipare ai futuri concorsi della scuola secondaria non è ancora possibile stabilire a priori quanti saranno i docenti che saranno interessati dal nuovo sistema di abilitazione.  Il numero di candidati ai concorsi infatti cambierà a seconda della necessità di assumere o meno in una determinata classe di concorso. E il numero di posti a disposizione verrà comunicato annualmente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Intanto alcuni sindacati hanno espresso netta contrarietà al nuovo provvedimento che mantiene i 60 cfu. Tra questi Uil Scuola, come riportato nelle scorse ore da Orizzonte Scuola, che lo ha definito “un sistema gestito esclusivamente dalle Università a cui è data la possibilità non solo di decidere autonomamente i costi per l’acquisizione dei 30 o 60 CFU ma addirittura di concedere o meno posti in più rispetto al fabbisogno del personale docente, calcolato in un triennio dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. “