Quattro speleologi intrappolati nell’abisso del Bifurto, la grotta verticale più profonda del Sud Italia. E’ questa l’emergenza che si sono trovati a fronteggiare gli uomini del Soccorso alpino e speleologico, intervenuti non appena è scattato l’allarme. Il gruppo, composto da tre uomini e una donna, insieme ad un quinto speleologo stava girando un film documentario sulla scoperta della grotta naturale. Non si tratta di novellini o improvvisati bensì di scalatori esperti che, bloccati da un’ondata di piena improvvisa, non si sono lasciati prendere dal panico e hanno atteso che si ricreassero le condizioni per risalire. Purtroppo per loro, però, sulla loro strada si era scaricata una vera e propria cascata d’acqua e detriti, che li ha bloccati al pozzo 50, una sorta di stanzone naturale a circa 50 metri di profondità. Il quinto speleologo, scampato alla piena, una volta compresa la situazione di difficoltà ha così completato la risalita in solitaria ed una volta uscito dalla grotta è sceso a valle per chiedere aiuto: d’altronde nell’area del Bifurto, non c’è campo e i cellulari sono sostanzialmente inutili.
ABISSO DEL BIFURTO, SPELEOLOGI INTRAPPOLATI NELLA GROTTA
La buona notizia è che i quattro speleologi rimasti intrappolati nell’abisso del Bifurto sono stati recuperati e stanno bene. Lo riferisce “La Repubblica”, sottolineando come la compagnia di scalatori sia evidentemente stanca e infreddolita ma nessuno abbia riportato delle ferite. Lo ha confermato il presidente del Soccorso Alpino calabrese, Giacomo Zanfei, che ha dichiarato:”Stanno bene, sono stati già visitati dai nostri medici e per nessuno di loro è stato necessario il trasferimento in ospedale”. Gli speleologi sono stati ristorati con indumenti asciutti e bevande calde dopo le molte ore trascorse ad attendere che l’ondata di piena passasse. I soccorsi sono arrivati alla bocca dell’Abisso molto velocemente, con le squadre del Soccorso alpino che si sono calate nella grotta per “costruire” un passaggio alternativo. Zanfei in ogni caso ha assicurato:”Per loro non c’è mai stato pericolo di vita, ma si tratta comunque di una situazione difficile. Ricordiamo che siamo sempre a 50 metri di profondità, al buio e con una cascata d’acqua che ti taglia la strada. Ma la persona esperta e capace non si fa prendere dal panico e sa come muoversi”.