È diventato un caso politico l’intervento di Andrea Abodi sul ritorno in Italia di Jakub Jankto, il calciatore ceco che qualche mese fa ha fatto coming out, diventando il primo professionista a grandi livelli dichiaratamente gay. «La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta», ha dichiarato il ministro per lo Sport e i Giovani del governo Meloni alla trasmissione “24 Mattino” su Radio 24. Fin qui nulla da eccepire, infatti le parole da cui è nata la polemica sono altre. «Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali. Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui».
Apriti cielo, subito è scattata la rivolta delle opposizioni contro Andrea Abodi. «L’unica ostentazione a cui assistiamo è quella di ministri ottusi e chiusi nel loro oscurantismo anni ’50. Sempre contro chi chiede diritti, libertà, giustizia, soprattutto donne e comunità Lgbtqia+», ha dichiarato Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera. La vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, si è detta «inorridita» per le dichiarazioni del ministro, definite «spiacevoli e inopportune, a maggior ragione perché ricopre una carica istituzionale».
LA PRECISAZIONE DI ABODI “HO PARLATO DI RISPETTO…”
Il capogruppo M5s in commissione Cultura e sport al Senato, Luca Pirondini, ha posto una domanda: «Da quando dichiarare il proprio orientamento sessuale significa ostentare qualcosa?». Invece, per Azione-Italia Viva è intervenuto Ivan Scalfarotto: «Scelte, ostentazioni, eccessi del Pride…cose che un ministro di un altro Paese avanzato non si sognerebbe nemmeno di pensare, figurarsi dichiararle alla stampa. Ma perché in Italia si deve fare così tanta fatica?».
La bufera politica (ma non solo, visto che si è sollevata un’ondata di indignazione anche sui social) ha spinto Andrea Abodi a tornare sulle sue parole per fare una precisazione. Replicando a un articolo sulle sue parole, il ministro su Twitter ha spiegato il senso da lui dato alla parola “ostentazione”: «Ad esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?».