Alla fine l’emendamento della Lega non è passato, per un solo voto: 14 a favore dell’abolizione del Green Pass dopo il 31 marzo, 5 astenuti (i parlamentari di Forza Italia, che pure hanno annunciato richiederanno al Premier Draghi la fine del certificato anti-Covid in tempi brevi) e 18 contrari.

Questo il calcolo riportato dal deputato leghista Borghi, deluso dal mancato appoggio dei forzisti ad un provvedimento che poteva essere alla portata nell’approvare in Aula il “vecchio” Decreto Covid. Il collega di Borghi, Guido De Martini, riporta invece altri numeri: 14 a favore, 5 astenuti, 22 contro, spiegando come «anche se FI avesse votato a favore l’emendamento non sarebbe passato. Il problema è stato il 5S che ha votato compattamente contro, nonostante molti deputati (non presenti in Commissione) fossero favorevoli». Al di là dei numeri, resta il punto nodale: il Governo sul fronte Green Pass è spaccato e con ogni probabilità il problema si ripresenterà alla prossima più determinante discussione, ovvero la proroga o meno dello stato di emergenza. Anche per questo motivo Draghi da Palazzo Chigi spinge per una road map di fine restrizioni sempre più imminente: le anticipazioni fatte pervenire da fonti di Governo al “Corriere della Sera” fanno spuntare una data che potrebbe mettere d’accordo quasi tutti (rigoristi esclusi alla Speranza, ancora convinti si debba prorogare obblighi vaccinali e Green Pass fino almeno dopo giugno): «Allentamento graduale delle ultime restrizioni in vigore, per arrivare entro il 30 aprile a un “liberi tutti”, o quasi. Eliminato il green pass per la maggior parte delle attività, resterebbe l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e per gli over 50 fino al 15 giugno», si legge nella cronaca Covid oggi sul “CorSera”.



LA MAGGIORANZA SI SPACCA SUL GREEN PASS

A pochi giorni dal «così non si va avanti» tuonato da Mario Draghi nel pre-CdM, la maggioranza di Governo si spacca ancora in Commissione: se una settimana fa la pietra dello scandalo era stato il Decreto Milleproroghe (tra l’altro, approvato oggi alla Camera con voto di fiducia), questa volta a far dividere i partiti di maggioranza è stato il Decreto Covid 1/2022.



Non tanto per il contenuto di base (è un Dl infatti già superato dal successivo di febbraio, e ampiamente superato con l’approssimarsi della scadenza dello stato d’emergenza), bensì per l’emendamento presentato dalla Lega a firma Massimiliano Panizzut che vincola l’abolizione del Green Pass con la fine dello stato d’emergenza, il prossimo 31 marzo 2022. Dopo che Fratelli d’Italia e Alternativa C’è si sono schierati con l’emendamento del Carroccio in Commissione Affari Sociali – domani è previsto l’approdo in Aula per le prime votazioni – la riunione è stata sospesa e riaggiornata dopo le ore 17.30 per una nuova riunione di maggioranza che faccia il punto sulle forti divisioni che ancora albergano sul tema. Pd, M5s, LeU, Italia Viva e Forza Italia sono per un superamento graduale delle restrizioni anti-Covid, confermando di fatto la “linea Speranza”; la Lega, di contro, prosegue nella richiesta di abolire il prima possibile le restrizioni anti-Covid visto l’andamento attuale della pandemia.



CAOS IN COMMISSIONE AFFARI SOCIALI: COSA SUCCEDE

L’indicazione del Governo è quella di votare contro l’emendamento della Lega, eppure tra le file M5s e Forza Italia non tutti la pensano come la restante parte dell’esecutivo: «Nel merito mi sento abbastanza vicino a quel che pensa la Lega: si tratta di una richiesta che viene dalla realtà del Paese. La situazione è analoga a quanto sta succedendo nella maggior parte dei paesi europei. Però, ritengo che il valore della coesione della maggioranza, in cui Fi ha sempre creduto e continua a crederci oggi fortemente, sia un valore importante», spiega all’Adnkronos il capogruppo in Affari Sociali di Forza Italia Roberto Bagnasco. Gli altri subemendamenti che avevano il parere contrario del governo sono stati tutti respinti: tra questi, uno proposto da Fratelli d’Italia – ma sottoscritto da Alternativa e votato anche dalla Lega – chiedeva di non distinguere fra studenti vaccinati e non vaccinati sull’applicazione della Dad a scuola in caso di contagi. Al momento, in attesa della votazione finale attesa per la serata di oggi, la situazione in Commissione Affari Sociali vede la seguente divisione nei “numeri” sull’emendamento presentato dalla Lega (e appoggiato dalle opposizioni di FdI e Alternativa) : 12 favorevoli, 5 astenuti (Forza Italia), 11 contrari, 16 ancora indecisi. Il deputato della Lega Claudio Borghi, da sempre contrario al lasciapassare anti-Covid, commenta la situazione di tensione in Commissione «È un progresso, stamattina pareva volesse votare contro l’emendamento, però non basta. Diventa sempre più importante il voto del M5S». In mattinata il leader della Lega Matteo Salvini aveva spiegato in una intervista a Radio24 il senso di discutere su tematiche dirimenti nel Governo senza per questo essere tacciati di fare “guerriglia”: «Il Parlamento è eletto dai cittadini per approvare leggi: non è guerriglia parlamentare se modifica in meglio qualche provvedimento uscito dal consiglio dei ministri, come il superbonus, aiutando imprese e famiglie. Il Parlamento fa il suo lavoro. Altrimenti aboliamo il Parlamento».