Gli aborti sono a rischio per via dell’epidemia di Coronavirus? È quanto riferiscono tredici professionisti sanitari inglesi, che in queste ore hanno redatto e sottoscritto una missiva indirizzata al segretario alla Sanità, Matt Hancock, esortandolo a modificare temporaneamente la legge in modo che sia necessario un solo medico, infermiere o ostetrica per autorizzare la procedura, piuttosto che i due attuali. Una richiesta dettata dall’emergenza connessa al Covid-19, nella quale, come riferisce il documento, “i medici si isolano da soli o si ammalano e il servizio sanitario nazionale si trova sotto un’immensa pressione, fa perdere tempo prezioso, mette tutti a maggior rischio di diffondere o contrarre il Coronavirus e mina seriamente la nostra capacità di fornire cure abortive”. A prescindere da quanto possa essere controverso e dibattuto l’argomento, non si può non riconoscere l’impatto inaccettabile che la legge vigente ora nel Regno Unito ha su qualsiasi donna in questo particolare momento storico, costringendola a portare avanti la gravidanza per la mancanza di un secondo medico che firmi un modulo.



ABORTI A RISCHIO PER CORONAVIRUS? OLTREMANICA LA LEGGE ATTUALE PREVEDE…

Oltremanica, intanto, si stima che, nelle prossime 13 settimane, 44mila donne inglesi e gallesi avranno bisogno di accedere a un aborto medico precoce, che richiederebbe dunque 88mila firme. L’attuale legge in vigore prevede infatti che due medici certifichino che l’aborto praticato non viola i termini della normativa del 1967. Ecco perché, secondo quanto scritto dai tredici professionisti firmatari della lettera inviata al segretario della Sanità, un unico medico dovrebbe essere in grado di firmare gli aborti, in modo che le donne possano accedere alle cure e non siano a rischio di diffusione o contagio da Coronavirus. Serve, chiaramente, una mossa governativa che consenta alle donne e alle ragazze di assumere pillole abortive a domicilio e ai dottori di prescriverle direttamente attraverso il proprio computer di casa. Un medico in Cornovaglia ha dichiarato: “Alle 8 di questa mattina sono stato informato che il secondo medico a disposizione del nostro servizio si sta autoisolando. Questo significa che la nostra unica opzione per fornire assistenza legale alle donne è quella di attraversare l’ospedale, trovare un medico nel nostro reparto e tornare in clinica”. Con tutti i rischi legati al Covid-19.

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