La Nigeria avrebbe un programma di aborti forzati attivo dal 2013

L’agenzia di stampa britannica Reuters ha recentemente condotto un’ampia e approfondita indagine in Nigeria, dalla quale sarebbe emerso che dal 2013 viene sistematicamente condotto un programma di aborti forzati ad alcune donne. L’agenzia sarebbe giunta alla conclusione, grazie a diversi testimoni, che il programma era attivo almeno dal 2013, mentre l’ultimo aborto “registrato” risalirebbe a novembre di quest’anno, probabilmente proprio a causa dell’interesse internazionale che la questione ha smosso.



Parlando delle vittime del programma di aborti forzati in Nigeria, Reuters sostiene che, trattandosi di una cosa completamente segreta, non è facile ricostruire con precisione esatta il numero. Tuttavia, secondo alcune stime sarebbero giunti all’impressionante cifra di almeno 10mila gravidanze interrotte, senza il consenso delle donne. Infatti, come raccontano alcune tra loro venivano prelevate con la forza dai soldati dell’esercito nigeriano dopo aver liberato un campo occupato dai miliziani del gruppo terroristico denominato Boko Haram, da tempo scisso in un secondo gruppo, l’ISWAP (ovvero la Provincia dell’Africa occidentale dello Stato islamico). I rappresentati dell’esercito nigeriano avrebbero negato l’esistenza di un programma segreto di aborti forzati, mentre alcuni soldati ed operatori sanitari l’avrebbero confermato.



Il programma di aborti forzati della Nigeria

Reuters nel corso della sua indagine durata un anno sul programma segreto di aborti forzati in Nigeria, è riuscito ad intervistare ben 33 donne che avrebbero confermato la vicenda. Similmente, alcune conferme le avrebbero trovare anche in alcuni soldati dell’esercito e in un paio di medici che concretamente hanno praticato gli aborti. I racconti sono più o meno tutti in linea l’uno con l’altro e partono dalla stessa situazione di base: l’esercito nigeriano che libera un campo occupato dai miliziani terroristi, liberando donne e ragazze prigioniere.



Il racconto delle donne sottoposte a procedure differisce poi di pochi, irrilevanti, dettagli. Alcune riferiscono di essere state portate in un campo di prigionia, altre in ospedali o strutture sanitarie, e a tutte sarebbe stato chiesto di fornire campioni di urine o sangue. Quasi nessuna tra le donne sottoposte al programma di aborti forzati della Nigeria erano coscienti di quello che stava per accadere loro (solo una delle 33 intervistate ha dato il consenso alla procedura d’aborto). Ad alcune sarebbe stata fornita una pillola, ad altre iniettato un farmaco, mentre che si opponeva era vittima di violenze di ogni genere ed intimidazioni, nei casi peggiori le donne venivano drogate e sedate. Infine, le vittime si sarebbero rese conto di ciò che stava avvenendo solo ad aborto completato, in seguito ad atroci sofferenze, che talvolta hanno causato la morte delle stesse donne.

Aborti forzati: le ragioni dietro al programma segreto

Facendo un passo indietro, però, le donne vittime del programma di aborti forzati in Nigeria avevano tutte il comune d’essere state, in passato, rapite dai dissidenti dello Stato islamico, tenute prigioniere al solo fine riproduttivo. Ed è proprio per questo, apparentemente, che è stato pensato il programma di aborto forzato, come avrebbe raccontato uno dei medici che hanno preso parte (non è chiaro se volontariamente o meno) nelle procedure abortive.

L’unico medico che ha attivamente confermato che all’interno del programma le donne venissero concretamente forzate ad abortire (mentre altri 7 avrebbero detto di aver preso parte agli interventi o alle procedure), ha dato anche una singolare spiegazione sulla questione. “Facciamo loro questo tipo di procedura per salvarle dallo stigma o dal problema che sorgerà in futuro con un bambino di Boko Haram, è come disinfettare la società”, tesi condivisa da altri 4 operatori sanitari.

Tornando ai numeri, infine, raccolti da Reuters nel merito del programma sugli aborti forzati in Nigeria, la stima più accreditata parla di 10mila vittime, ma non ci sarebbe alcun documento ufficiale. Infatti, in Nigeria l’aborto è tecnicamente illegale, fuorché non venga praticato in virtù di un pericolo per la donna incinta, e il solo prendere parte alla procedura rappresenta una violazione della legge, punibile con pene decisamente severe (l’ergastolo se la donna a cui si pratica l’aborto dovesse morire per la procedura).