Un recente rapporto del Ministero della Salute, non ancora presentato in Parlamento ma anticipato da Il Giornale, certifica un preoccupante aumento degli aborti tra le minorenni in Italia. Un fenomeno che appare, per certi versi, in controtendenza rispetto alla diminuzione generale delle interruzioni di gravidanza che si registra tra le italiane, e che è alimentato anche dall’aumento importante delle cosiddette “baby mamme“, ovvero teenager che decidono di portare a termine la gravidanza.



Infatti, prima di analizzare i analizzare i dati sugli aborti tra le minorenni, un altro rapporto, chiamato CeDap (ovvero Certificato di assenza al parto) certifica 3.140 nascite nella fascia d’età tra i 12 e i 19 anni, che in 2.349 casi riguardano le italiane. Secondo l’Istat, inoltre, la maggior parte delle madri minorenni vivono nel sud Italia, con una prevalenza in Sicilia, Puglia, Campania e Calabria. Il 77% di loro, non limitatamente al sud, posseggono solamente la licenza media, con l’effetto ovvio di non avere un lavoro stabile, in condizioni familiari precarie. Contestualmente all’aumento delle baby mamme, però, si registra anche un aumento degli aborti tra le stesse minorenni, in moltissimi casi attuato grazie alla pillola dei cinque giorni dopo.



I dati preoccupanti sugli aborti tra le minorenni

Insomma, se da un lato aumentano le baby mamme in Italia, dall’altro aumentano anche gli aborti tra le minorenni. Secondo il rapporto del Ministero nel solo 2022 si sono registrate complessivamente 63.600 interruzioni della gravidanza, in diminuzione rispetto al 2021 in cui erano state 67.600. Contestualmente, 4.250 tra queste si sono registrate nella fascia d’età tra i 15 e i 19 anni, mentre 126 casi hanno interessato le ragazzine sotto i 15 anni.

Comparati agli aborti tra le minorenni che si sono registrati nel 2021, si tratta di circa un centinaio di casi in più. Tuttavia, i consultori italiani, citati sempre dal Giornale, attestano che molte 14enni hanno già più di un aborto alle spalle, con il caso emblematico di sei 16enni che erano ricorse all’interruzione già ben 4 volte l’una. A livello regionale, invece, la situazione è piuttosto disomogenea tra nord e sud, con una prevalenza di casi tra i 15 e i 17 anni soprattutto in Puglia, Abruzzo, Friuli e Sicilia. A livello internazionale, invece, gli aborti tra le minorenni in Italia sono meno che in Francia, Finlandia e Spagna. Tuttavia, quest’ultimo dato non tiene conto dell’aumento nel Bel Paese del ricorso alla pillola dei cinque giorni dopo, con un incidenza del 25% in più rispetto al 2021.