Secondo un recente rapporto pubblicato dal Department of Health and Social Care della Gran Bretagna, nel Paese gli aborti sono aumentati tra il 2021 e il 2022, in quello che sembra essere un vero e proprio boom. Si tratterebbe, per i soli primi sei mesi dell’anno, di un aumento pari a circa il 17% di donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza, portando il totale a più di 123 mila interruzioni. Secondo un’associazione di beneficenza, che cita alcuni studi passati in merito, l’aumento degli aborti sarebbe dovuto, anche, al sempre maggioro costo della vita, che rende per buona parte delle famiglie inglesi impossibili garantire una vita dignitosa ad un bambino.



Il boom di aborti in Gran Bretagna: +17% dei casi in un anno

Insomma, gli aborti in Gran Bretagna sono in aumento, che potrebbe diventare, se non si trovassero delle soluzioni, piuttosto incidente a livello di morti annuali. Infatti, nel corso del 2021 si erano registrate ben 214.869 interruzioni di gravidanza, che nei soli primi sei mesi dell’anno erano pari a 105.488 casi. Di fatto (per ora) quello è stato un vero e proprio anno record per la pratica medica che dall’introduzione della legge in merito nel 1967, non aveva mai registrato un numero così alto di richieste.



Ora, però, sembra che i dati del 2022 sugli aborti potrebbero segnare un nuovo record, avendo toccato nei primi sei mesi la cifra di 123.219 richieste, pari al 17% in più rispetto all’anno precedente (e che potrebbero portare il totale annuale ben oltre i 250 mila casi, se la tendenza del 17% venisse confermata). La maggior parte delle interruzioni, ovvero il 97%, sono state fatte entro la decima settimana, mentre il 67% del totale entro le prime sette. Per cercare di dare una spiegazione all’aumento di aborti, l’associazione British Pregnancy Advisory Service ha supposto che “le pressioni finanziarie sulle famiglie avranno costretto le donne e i loro partner a prendere decisioni a volte difficili per continuare o interrompere una gravidanza”, citando anche studi che in passato dimostrarono che erano le famiglie provenienti da contesti più poveri tendevano ad abortire di più, con una probabilità maggiore del 30% rispetto alle famiglie ricche.

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