Le elezioni midterm in Usa sono diventate una sfida anche su aborto e democrazia. C’è un grido d’allarme che si è levato negli Stati Uniti: “Ripristinare la Roe”. Il presidente Joe Biden ha promesso che in caso di vittoria dei democratici, se cioè manterranno il controllo del Congresso alle elezioni di metà mandato, la prima cosa che intende fare è firmare una legge che codifichi la Roe. Per Elizabeth Kirk, che dirige il Center for Law & the Human Person presso la School of Law della Catholic University of America Columbus, su questo tema si stanno ingannando gli americani. Le occasioni per una legge sull’aborto non sono finora mancate, eppure la questione non è stata risolta, scrive sul Washington Post. Ad esempio, nella scorsa legislatura la Camera ha approvato il Women’s Health Protection Act, una legge che secondo i dem codificava la Roe, ma poi non ha ottenuto i voti necessari al Senato.



Ma il punto è un altro: nessuna delle proposte di legge finora scritte si limiterebbe a ripristinare la Roe. Secondo la studiosa associata presso il Charlotte Lozier Institute e borsista presso l’Institute for Human Ecology, infatti, «vanno ben oltre la Roe». Vanno anche oltre la Casey, la sentenza del 1992. «Nessuna delle leggi consente agli Stati di regolamentare l’aborto per proteggere i minori. Nessuna delle leggi consente agli Stati di garantire che i genitori possano essere coinvolti nelle decisioni delle loro giovani figlie. Nessuna di queste leggi permette agli Stati di dare una protezione significativa al nascituro man mano che la gravidanza progredisce, anche dopo la vitalità», scrive Elizabeth Kirk sul Washington Post.



“PROPOSTE DI LEGGE SONO RADICALI”

Le proposte di legge sull’aborto vanno ben oltre la Roe, dunque sono molto più radicali, ma i democratici parlano di ripristinarla «per approfittare del fatto che molti americani dichiarano di sostenere la Roe». Eppure la maggior parte degli americani «in realtà non sostiene ciò che Roe ha permesso», anzi «vuole restrizioni sull’aborto, e il sostegno all’aborto legalizzato diminuisce drasticamente quanto più il bambino si sviluppa». Elizabeth Kirk cita anche dei sondaggi: «Solo il 36% degli americani è favorevole all’aborto nel secondo trimestre e solo il 20% è favorevole all’aborto nel terzo trimestre». Il regime giuridico stabilito da Roe e affermato da Casey consentiva agli Stati di permettere l’aborto fino alla nascita per qualsiasi motivo, pur stabilendo dei quadri di riferimento in base ai quali si possono fissare delle limitazioni, ma senza l’obbligo di indicarle.



“DEM DICANO SE VOGLIONO ABORTO ILLIMITATO”

Ma le proposte di legge ora vanno addirittura oltre. «Se approvate, le leggi in discussione daranno vita a un regime abortivo molto più radicale di quanto sia mai esistito in questo Paese. E lo faranno in un modo che impedirà ancora una volta agli americani di lavorare insieme attraverso il processo democratico». Una legge federale, come quella promessa da Biden, «avrebbe un effetto generalizzato a livello nazionale, prevalendo immediatamente su tutte le restrizioni statali e locali in materia di aborto». Questo il motivo per il quale i legislatori americani dovrebbero parlare chiaramente agli americani riguardo la politica abortista che sostengono. «Eufemismi come “ripristinare la Roe” sfruttano le dilaganti distorsioni sulle complicate leggi sull’aborto che abbondano in questo Paese. Se i sostenitori delle leggi che consentono l’aborto vogliono l’aborto illimitato per tutta la gravidanza, anche per i neonati sani e vitali, dovrebbero dirlo e far valere le loro ragioni», conclude la studiosa.