PERCHÈ L’ABORTO DIVIDE IL G7: LA MOSSA DELL’ITALIA E LE PRESSIONI DEGLI STATI UNITI

In un vertice chiave come quello del G7 oggi e domani a Borgo Egnazia (Puglia), tra le guerre e la pace, la fame e l’economia, le alleanze e le sfide globali, era assolutamente centrale inserire il “diritto all’aborto”, pur sapendo della forte contrarietà del Governo italiano nell’ampliare l’IVG oltre i confini della Legge 194. Tutto sarebbe rimasto nell’ombra se l’Italia non avesse deciso, evidentemente tenuto conto delle sensibilità della maggioranza e della presenza domani di Papa Francesco al vertice sull’AI con gli altri leader mondiali, di eliminare dalla bozza della dichiarazione finale il riferimento al “diritto universale all’aborto”.



Apriti cielo: dagli Usa al Canada, fino alla Francia, non è piaciuto l’intervento della Presidenza italiana dei Grandi 7 della Terra sul tema dell’interruzione di gravidanza. «Biden non cede sui diritti, ne parlerà con la premier Meloni», ha seccamente spiegato il consigliere per la Sicurezza nazionale Jack Sullivan, alla vigilia dell’arrivo in Italia. Stando ai vari sherpa intervenuti nello stilare i documenti conclusivi poi da confermare per i leader, sarebbe stato eliminato il riferimento al garantire «un accesso effettivo e sicuro all’aborto». Il passaggio era già stato messo a tema durante l’ultimo G7 a Hiroshima nel 2023, con le critiche di Francia e Canada contro la Premier Meloni per la sua contrarierà a mettere con forza il peso del G7 su un tema così delicato: nel summit in Puglia i leader volevano insistere su questo tema, trovando però l’inattesa contrapposizione dell’Italia.



ELIMINATA NELLA BOZZA FINALE IL RIFERIMENTO ALL’ABORTO: LE REAZIONI, DALLA SINISTRA AL GOVERNO MELONI

«Reiteriamo i nostri impegni espressi nel comunicato finale del G7 di Hiroshima per un accesso universale, adeguato e sostenibile ai servizi sanitari per le donne, compresi i diritti alla riproduzione»: così si legge, secondo quanto annuncia l’ANSA, dalla bozza finale del G7 in Puglia a Borgo Egnazia. Il passaggio è stato messo a punto dai vari sherpa delle 7 nazioni presenti nel board (Italia, Usa, Canada, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito) e dove ora essere affrontato dagli stessi leader: manca dunque il riferimento diretto all’aborto, sebbene venga ribadita la garanzia completa per ogni servizio sanitario, compreso il “diritto alla riproduzione”.



«Aborto non inserito al G7? Il governo Meloni si presenta davanti agli altri capi di Stato e di governo mettendo in discussione un diritto fondamentale delle donne come quello di scegliere sul proprio corpo. Una vergogna nazionale, chiedano scusa al Paese», così sbotta la leader Pd Elly Schlein nel reagire al mini-caso diplomatico esploso al G7. Poco prima era stato ancora il consigliere di Biden, Sullivan, a rispondere a “La Repubblica” in merito alla tematica sollevata dalla Presidenza italiana per le tematiche di “diritto all’aborto”: «Il presidente parla sempre dei diritti umani in tutte le sue interazioni, tanto con gli amici, quanto con i competitori e gli avversari. Non mi aspetto che nei due prossimi giorni sarà diverso». Secondo il braccio destro del Presidente dem per la politica estera, non si può commentare direttamente il tema dell’aborto nella dichiarazione finale del G7, sebbene aggiunga «dal punto di vista del presidente, lui non cambia il messaggio in base alle persone con cui parla e nulla al riguardo cambierà durante il vertice».

Dal Governo Meloni intanto giungono due interventi decisi dei due Ministri in quota FdI: in primi, il cognato della Premier, Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che sottolinea come «Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa fosse opportuno inserire l’aborto nella bozza finale. Se hanno scelto di non metterlo ci sarà un perché e una ragione più che condivisibile». Secondo la Ministra della Famiglia e Pari Opportunità, Eugenia Roccella, nella trattativa con gli altri leader G7 si arriverà ad un punto di caduta senza nessun problema: «Basta vedere dove si arriverà e quando si arriverà al finale saranno tutti d’accordo. Poi è ovvio che durante tutta la trattativa ci sono punti di vista differenti, discussioni, come è sempre successo. Non vedo il problema». Il punto di caduta si troverà, ma resta l’idea data da parte del G7 “ancorata” ad un tema molto spinoso e sul quale forse avrebbe senso dedicare attenzioni e palcoscenici diversi di un evento globale di diplomazia occidentale.