ABORTO UK, GOVERNO TORY CONTRO LE PREGHIERE “SILENZIOSE” DAVANTI ALLE CLINICHE

Era appena il marzo 2023 quando in Regno Unito veniva arrestata l’attivista anti-aborto Isabel Vaughan-Spruce con l’accusa di aver detto una preghiera in silenzio davanti ad una clinica del British Pregnancy Advisory Services: il tutto poche settimane dopo l’approvazione del Parlamento UK di una legge che impedisce la preghiera “a mente” all’interno delle “zone cuscinetto” ad almeno 150 metri dalla sede di un ospedale e o clinica dove vengono forniti servizi di aborto. Il Governo – all’epoca ancora conservatore con il Premier Sunak – adottò però delle linee guida con il Ministero dell’Interno tanto da poter consentire almeno qualche eccezione come appunto una preghiera in silenzio e senza cartelli o volantini a fuori (e non dentro) le cliniche.



Tutta questa premessa per capire meglio quanto sta succedendo in questi giorni in Regno Unito, dove il Governo Labour di Keir Starmer ha promesso un giro di vite durissimo contro i pro-vita inglesi, in sostanza cancellando le linee guide e adottando la politica di zero eccezioni contro le preghiere anti-aborto: «pregare anche mentalmente fuori dalle cliniche per l’aborto è vietato», ribadisce la neo Ministra dell’Interno, la laburista Yvette Cooper. L’attuale formulazione delle linee guide in merito al tema è abbastanza chiara e fa intuire i paletti limite di tale legislazione: «La preghiera all’interno di una zona di accesso sicuro non dovrebbe essere automaticamente considerata illegale». Non solo, la preghiera silenziosa, definita come «l’impegno della mente e del pensiero nella preghiera verso Dio», viene ancora protetta come diritto assoluto ai sensi dell’Human Rights Act del 1998 «e non dovrebbe, di per sé, essere considerata un reato in nessuna circostanza». Il Governo progressista di sinistra in UK intende invece rivedere queste linee guida per di fatto annullarle quasi completamente.



PREGHIERA “ANTI” ABORTO DIVENTA REATO DI OPINIONE: COSÌ ORWELL DIVENTA REALTÀ IN REGNO UNITO…

Secondo la Ministra della Polizia, Dame Diana Johnson, la legge votata nel 2023 in Parlamento UK è molto netta: contestando le eccezioni create dal Governo Tory sottolinea, «Mi chiedevo semplicemente perché avreste fatto una cosa del genere quando il Parlamento era stato molto chiaro nel dire che quella non era la sua volontà». Se già l’arresto di Vaughan-Spruce aveva suscitato clamore e polemiche (anche dopo il suo rilascio) per la sostanziale censura sulla libertà religiosa e di pensiero, l’ulteriore stretta del Governo socialdemocratico mina le basi del diritto inglese come della stessa libertà di parola.



Un conto infatti è fare pressioni con manifestazioni, cartelli, critiche e preghiere organizzate davanti agli ingressi delle cliniche di aborto per influenzare le scelte delle donne intente all’atto; un altro è invece una libertà e privata preghiera silenziosa condotta nei limiti della legge finora adottati in Regno Unito. «Mi hanno arrestata per un reato di opinione», lamentava già un anno fa l’attivista pro-vita, la quale oggi ritorna sulle ultime novità del Governo Starmer e denuncia «tali diritti sono destinati a essere completamente calpestati, poiché il nuovo governo laburista sta spingendo per eliminare le linee guida e mettere completamente al bando le proteste silenziose nei pressi delle cliniche per l’aborto, criminalizzando di fatto chiunque si fermi all’esterno».

Secondo Rachael Clarke, responsabile del British Pregnancy Advisory Service, la legge è stata concepita in maniera ad hoc per impedire attività «come essere presenti tutto il giorno, tutti i giorni, fissare e avvicinare le donne che cercano di accedere a cure mediche riservate, distribuire false informazioni mediche su opuscoli o sostare al cancello della clinica con rosari e candele». Secondo la componente pro-choice in Regno Unito, dovrebbe essere chiaro a tutti che queste attività «sono concepite per influenzare le scelte riproduttive delle donne: non c’è semplicemente nessun altro motivo per essere presenti al cancello di una clinica per l’aborto». Secondo gli opposti pro-vita invece il tema è ben più profondo: già un anno fa Vaughan-Spruce paragonò il divieto di preghiera silenziosa al “1984” del britannicissimo George Orwell, affermando come quest’ultimo era stato preso di mira proprio per un «crimine di opinione». Con queste nuove regole si rischia di rendere Orwell ancora più realtà effettiva, con la “profezia” della censura sul linguaggio e le basilari libertà di parola e pensiero che diverrebbe “verità” concreta.