IL ‘J’ACCUSE’ DEL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO SUL TEMA DELL’ABORTO IN UE
L’inserimento dell’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali Ue è una pratica del tutto in contrasto con le leggi fondate dell’Unione e per questo l’augurio è che il nuovo Parlamento Ue non arrivi a scrivere altre «pagine simili» dopo le Europee: lo dice senza giri di parole ma con la dovuta conoscenza giuridica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenuto sabato alla Convention di Fratelli d’Italia a Pescara sui temi Ue. Nel partito che lancia oggi la leader Giorgia Meloni candidata capolista in tutte le circoscrizioni, la sfida sull’aborto è tutt’altro che un tema ancorato nel passato: secondo il sottosegretario e magistrato, «Confido che il nuovo Parlamento che andremo a eleggere non scriva più pagine simili non solo per il contenuto ma perché completamente fuori dal perimetro dell’Ue».
Il riferimento è diretto al voto dello scorso 11 aprile con cui l’Europarlamento ha dato via libera alla risoluzione PSE-Renew-Verdi-Sinistra (a firma della liberale Karen Melchior) che chiedeva l’inserimento del diritto di aborto all’interno della Carta dei Diritti Ue. Il Centrodestra italiano ha votato compatto contro la risoluzione non ottenendo però il suo annullamento: il sottosegretario Mantovano, già Presidente del Centro Studi Livatino e sensibile alla difesa della vita in ogni suo aspetto, lamenta la “mossa” politica presa dall’Europarlamento considerandola illegittima. «Capita che ci siano provvedimenti assunti in sede europea che vanno in palese contrasto con la norma istitutiva dell’Unione, come per esempio la risoluzione del Parlamento europeo per l’inserimento dell’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue», spiega dal palco di Pescara il consigliere di Giorgia Meloni.
ALFREDO MANTOVANO: “NORMA SUI CONSULTORI NON È MORALISMO MA TIENE CONTO DELL’ALTERNATIVA GARANTITA DALLA 194”
Mantovano condita dunque che il nuovo Parlamento Ue che verrà eletto con il voto di giugno «non scriva più pagine simili perché sono fuori dal perimetro delle competenze dell’Ue». Nella risoluzione si cita espressamente «l’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva e il diritto a un aborto sicuro e legale», seguendo il “modello” inaugurato dalla Francia di Macron che di recente ha inserito il diritto all’aborto in Costituzione, primo Paese occidentale a farlo. Dopo gli ammonimenti dei vescovi europei e delle associazioni pro-life, ora è il Governo italiano a far sentire la propria voce: «L’unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze attribuite dagli stati membri nei trattati, qualsiasi competenza non attribuita appartiene agli stati, un racconto un po’ diverso da quello che ci viene fatto quotidianamente», ha aggiunto Mantovano dalla convention di FdI sulle Europee.
Sempre a garanzia delle singole legislazioni dei Paesi membri, Mantovano replica sulle critiche piovete contro il Governo per l’emendamento approvato nel Decreto PNRR sulla possibilità di volontari “pro-vita” all’interno dei consultori dove si pratica l’aborto, come garantito dalla storica Legge 194 sull’interruzione di gravidanza. «La Legge è lì, intangibile, con due articoli – il 4 e il 5 – che prevedo già il ruolo dei consultori per offrire una alternativa alla donne che vuole abortire»: secondo il sottosegretario di Palazzo Chigi, la possibilità di un affiancamento alla donna intesa ad abortire è un aiuto e non una “strada obbligata”. «Non c’è alcuna visione pan-moralistica o terroristica, è solo una possibilità in più», dato che per Mantovano la Legge 194 teneva già in considerazione lo sforzo di offrire una alternativa lasciando la piena libertà alla donna. Uno dei possibili aiuti è quello ad esempio di fornire alle donne un avvocato qualora temessero di perdere il proprio lavoro se decidesse di tenere il bambino, «cosa che in molte realtà sociali (purtroppo, ndr) può succedere».