PARLAMENTO UE HA VOTATO L’INSERIMENTO DELL’ABORTO IN CARTA DIRITTI FONDAMENTALI

Con 336 voti favorevoli il Parlamento Europeo ha votato a favore del diritto all’aborto come uno dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: del tutto inascoltato l’ultimo accorato appello lanciato dai vescovi Ue, stamane l’Eurocamera ha approvato la risoluzione presentata da PSE, Renew, Verdi e Sinistra (col voto favorevole di alcuni eurodeputati popolari) dalla liberale Karen Melchior che prevede l’aggiunta dell’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali Ue.



336 Sì, 163 contrari e 39 astenuti: il Centrodestra italiano compatto ha votato contro la risoluzione sul diritto all’aborto in Ue (PPE, ID, ECR schierati contrari) ma non è bastato: nel testo presentato dalle famiglie della sinistra Ue viene chiesta la modifica dell’articolo 3 della Carta, affermando come «ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale».



Nella votazione viene poi posto un richiamo ai Paesi di Malta e Polonia affinché vengano abrogate le leggi che limitano fortemente l’interruzione volontaria di gravidanza, mentre la stessa relatrice della risoluzione in quota Renew Europe spiega a “Open Online” come «il processo non sarebbe immediato. Ma sancire questo diritto nella Carta sarebbe una pietra miliare significativa. Farebbe pressione sugli Stati membri affinché rivalutino le leggi restrittive e, in ultima analisi, porterebbe a un approccio più unificato e basato sui diritti all’accesso all’aborto in tutta l’Ue. Dobbiamo garantire che la salute delle donne non sia ostaggio di venti politici mutevoli».



ABORTO, APPELLO DEI VESCOVI UE INASCOLTATO. IRA FAMIGLIE CATTOLICI: “NON ESISTE DIRITTO A TOGLIERE LA VITA”

L’ultimo estremo tentativo portato in luce dalla COMECE, la Conferenza dei vescovi Ue, non è dunque servito per impedire il via libera all’inserimento dell’aborto come diritto nella Carta Ue: rispondendo direttamente alla “Risoluzione sull’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” (2024/2655 RSP), i vescovi Ue guidati da mons. Mariano Crociata (vescovo di Latina) in un lungo documento inviato all’Europarlamento avevano dettagliato i motivi per cui l’aborto non potrà mai essere un diritto fondamentale secondo la storia e la cultura occidentale. «Il diritto alla vita è il pilastro fondamentale di tutti gli altri diritti umani, in particolare il diritto alla vita delle persone più vulnerabili, fragili e indifese, come il bambino non ancora nato nel grembo della madre, il migrante, l’anziano, la persona con disabilità e i malati», si legge nella nota COMECE che fa esplicito riferimento alla recente dichiarazione del Vaticano “Dignitas Infinita” dove l’aborto viene elencato all’interno delle gravi violazioni contro la dignità umana.

L’Europarlamento ha votato dunque “contro” le richieste dei vescovi, ma non solo: come spiega all’AgenSIR il presidente della Fafce (Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa) Vincenzo Bassi, il voto in Europarlamento rappresenta una sconfitta per tutti: «Questo voto non è altro che un cinico atteggiamento politico prima delle elezioni europee. La questione dell’aborto non è di competenza del Parlamento europeo. Le istituzioni a livello comunitario sono legate al principio di sussidiarietà che protegge gli Stati membri dal legiferare all’interno delle loro giurisdizioni». Per il n.1 delle famiglie cattoliche in Ue, il voto di oggi non avrà alcun effetto materiale – nessuno infatti potrà obbligare i Paesi membri ad inserire legislazioni più ampie sull’aborto né tantomeno farlo inserire come diritto in Costituzione, come ha già fatto la Francia: semmai, «susciterà sostegno ideologico durante la campagna elettorale», attacca Bassi al SIR. Ribadendo come l diritto all’obiezione di coscienza – preso invece di mira dalle istanze abortite Ue – resta un diritto fondamentale sancito dalla Carta dell’Ue, il “diritto all’aborto” semplicemente non esiste: «Si tratta di usare le donne come pedine politiche. Invece di lasciare le donne isolate in situazioni difficili, dovrebbero essere sostenute». Per la Fafce, neanche la Corte CEDU sui diritti umani riconosce il diritto all’aborto né alcun tribunale internazionale: è semmai un “attacco alla vita” con fini ideologici, «mozione manifesto con fini ideologici, senza fondamento giuridico. E questo non serve a nessuna donna e a nessun bambino nell’Unione europea», conclude Bassi.