Il 5 dicembre 2023 Giorgio Celsi, presidente dell’associazione Ora et labora in difesa della vita, il professor Giorgio Nicolini, direttore di Tele Maria, Luisa Urbani del Movimento con Cristo per la vita e don Giorgio Ghio, sacerdote della diocesi di Roma, hanno depositato i relativi moduli a Roma, presso la Camera dei deputati, con 106.000 firme. La Legge prevede l’introduzione di un comma alla legge 194/1978 per obbligare il medico a mostrare l’ecografia e l’ascolto del battito cardiaco del figlio alla mamma che vuole abortire. Una legge analoga in Texas avrebbe diminuito dell’80% il numero delle donne che prendono questa decisione, spiega La Verità. La proposta di legge sull’aborto, secondo i firmatari, renderebbe la donna consapevole della vita in grembo.



Le associazioni italiane antiabortiste che hanno avanzato la proposta di legge hanno legami con gli Stati Uniti: hanno raccolto più di 100.000 firme. Pro Vita & Famiglia, tra le promotrici dell’iniziativa, vorrebbe modificare la legge italiana sull’aborto introducendo due fasi aggiuntive: secondo i firmatari, i medici dovrebbero mostrare alle donne le immagini del feto e poi far sentire loro il battito cardiaco. La proposta di modifica della legge è stata sostenuta da 50 associazioni diverse ed è stata firmata da circa 106.000 persone e consegnata al Parlamento italiano a inizio dicembre. Affinché un referendum venga preso in considerazione in Italia servono almeno 50.000 firme.



Proposta di legge anti-aborto: l’Italia guarda all’Ungheria di Orban

La legge introdotta nel 1978 in Italia consente alle donne di abortire entro i primi 90 giorni di gravidanza. In seguito a questo periodo la procedura è concessa solo quando la gravidanza rappresenta un rischio per la vita della paziente o se ci sono malformazioni congenite nel feto. Quando l’aborto è consentito, nei primi 90 giorni, il feto non ha battito cardiaco. Il suono che spesso per i genitori è un battito cardiaco, in realtà è prodotto dall’ecografo utilizzato per osservare lo stato della gravidanza. Secondo l’American College for Obstetricians and Gynecologists (Acog) il termine “battito cardiaco fetale” non è accurato dal punto di vista medico e scientifico.



Movimento per la Vita, la più grande organizzazione antiabortista in Italia, collabora con Heartbeat International e dal 2014 ha ricevuto da quest’ultima un totale di 99.810 dollari di finanziamenti. La proposta di legge è stata sostenuta dalle sedi del Movimento in Piemonte e nelle città di Venezia, Mestre e La Spezia, spiega Euronews. I gruppi anti-aborto in Italia guardano all’Ungheria, dove nel settembre 2022 il governo del primo ministro Viktor Orban ha ha introdotto una nuova legge che obbliga le donne in gravidanza ad ascoltare il battito cardiaco del feto.