Con 172 voti contro e 139 a favore, il senato francese ha bocciato la proposta di legge di includere il diritto all’aborto nella Costituzione. Questo nonostante lo stesso presidente Macron si fosse detto d’accordo sulla proposta di legge e il ministro della giustizia, avesse sostenuto in senato che “il governo è favorevole all’inclusione dell’aborto nella costituzione” aggiungendo che “quale messaggio migliore da inviare alla popolazione francese che dire che il diritto più alto è il diritto di disporre del proprio corpo”.
La proposta di legge era stata fatta dall’ambientalista Mélanie Vogel con la motivazione di «mirare a tutelare e garantire il diritto fondamentale all’interruzione volontaria della gravidanza e alla contraccezione». L’argomento, come ha sottolineato da Agnès Canayer, presidente della Commissione di diritto, era chiaramente influenzato da quanto successo in America dopo la sentenza della Corte suprema che ha eliminato dalla costituzione l’aborto, rimandandolo alla decisione dei singoli stati.
“Aborto? La Costituzione non è un ‘catalogo di diritti'”
La costituzione, ha detto Canayer, “non è un catalogo di diritti” mentre un altro esponente politico ha chiarito come il ruolo dei parlamentari sia fare le leggi, non attivismo politico e che quella proposta fosse “una cattiva legge perché avrebbe minato il sistema legale”. Per l’indipendente Stéphane Ravier “non ha senso parlare di minaccia al diritto di aborto in quanto nel solo 2021 in Francia ce ne sono stati 223mila”. Si è spinto poi a definire l’aborto “un infanticidio” venendo contestato da tutta l’aula senza divisioni di parte. La stessa destra non ha voluto negare il concetto di diritto all’aborto, anzi, “una legge come questa potrebbe provocare la rinascita degli oppositori all’aborto”.
E’ piuttosto interessante che a proporre questa legge sia stata una esponente del partito ambientalista, quello che ha come scopo proteggere il pianeta con tutto ciò che contiene, esclusa evidentemente la vita umana. A prescindere dall’esito della votazione, il solo fatto che si sia votato il diritto alla vita è già un segnale preoccupante del relativismo morale e del positivismo giuridico in cui si dibatte da tempo il mondo occidentale.