Due notizie, quest’oggi, da mettere insieme, di quelle che vengono date dai media con un’interpretazione sola, che ti fa pensare all’omologazione di un pensiero eterodiretto. La più forte delle due è la possibilità di usufruire della pillola abortiva detta “dei 5 giorni” anche da parte delle minorenni, senza ricetta medica. Non pillola del giorno dopo, ma abortiva: fai sesso (fare all’amore significa rispetto, coscienza e responsabilità) poi ti ricordi che non era “protetto” e per fortuna c’è una pasticca che risolve il problema. Tiri lo sciacquone e via i pensieri. Naturalmente la stampa inneggia unanime a un altro diritto raggiunto dalle donne per la piena libertà. Donne. Minorenni. Nessun pensiero “alla salute fisica e psicologica” vera, alle ferite, al bombardamento ormonale scatenato e subito represso.



L’altra notizia, più trascurata: durante il lockdown In Lombardia impennata di gravidanze di ragazzine tredicenni. E il moralismo qui domina: ma come, manca un’educazione, cosa si deve mai vedere. L’esito di quell’educazione che si offre anche a scuola, oltre che in tv, nella pubblicità e nelle malmostose rivendicazioni di femministe mai dome: sesso libero, liberante, quando vuoi e con chi vuoi, purché “protetto”. Protetto da cosa? Da una persona, che potrebbe venire al mondo. Un grumo di cellule, sì, da cui nasce la vita.
Ma di questo non si parla, non sia mai che emergano domande scomode. Forse si potrebbe distribuire gratis la pillola dei 5 giorni nelle scuole medie, e si eviterebbe il pericolo. Ci arriveremo presto. In nome della libertà, di non imparare ad amare, ad essere adulti. In nome di una godimento effimero e a buon mercato, che non regala felicità.

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