In Texas si pensa ad una nuova stretta sull’aborto
Sono passati sei mesi da quando la Corte Suprema americana ha ribaltato la storica sentenza Roe vs Wade, rendendo di fatto l’aborto illegale in parecchi stati a stampo repubblicano che hanno immediatamente presentato dei disegni di legge. Gli antiabortisti, così, speravano di ridurre a zero il numero di aborti negli stati repubblicani, con il Texas a fare da apri pista. Tuttavia, a quanto racconta il Washington Post, le cose non starebbero affatto così e gli aborti, considerati di fatto illegali, avvengono attraverso l’acquisto (anche in questo caso ilelgale) delle pillole abortive.
Ora, però, per correggere il tiro, la più grande organizzazione antiabortista del Texas ha proposto una nuova stretta contro l’aborto. Avrebbero messo su un team di avvocati che dovrebbero indagare sui cittadini per individuare i traffici illegali di pillole abortive, prevedendo anche un massiccio screening delle acque reflue di alcune città americane per individuare i contaminanti associati all’aborto farmacologico. Similmente, sempre in Texas, i legislatori vorrebbero anche un blocco alla navigazione internet sui siti in cui è possibile acquistare le pillole abortive.
Aborto: cosa non sta funzionando
Insomma, quello dell’aborto sembra essere un “problema” ancora parecchio diffuso negli stati repubblicani dell’America. Gli antiabortisti, in generale, vantano una riduzione significativa degli aborti farmacologici, ma contestualmente gli attivisti avrebbero intensificato gli sforzi per distribuire le pillole, e lo farebbero senza neanche troppe premure lavorando in associazione con fornitori stranieri ed americani.
Tuttavia, a quanto riporta sempre il Washington Post, nessuno tra attivisti pro aborto e detrattori dello stesso, ha mai sentito di nessuna condanna nei confronti di chi avrebbe violato la legge (che non punisce le donne, ma solamente chi le aiuta concretamente ad abortire). “Tutti coloro che trafficano queste pillole dovrebbero essere in prigione per traffico illegale“, ha commentato Marjorie Dannenfelser, direttore di una delle più grandi associazioni antiabortiste texane. Uno studio della Society of Family Planning citato dal WP, inoltre, attesta che nei primi due mesi dopo il ribaltamento della sentenza Roe, sarebbero stati praticati almeno 10mila aborti illegali, mentre un produttore messicano di pillole avrebbe raccontato di averne inviate quasi 20mila dall’inizio dell’anno.