Esauritasi l’era della Democrazia Cristiana e della “prima repubblica”, il mondo cattolico italiano ha subito una diaspora che in buona parte l’ha portato ad un accordo strategico con la sinistra.
Passando da esperienze come la Margherita e poi l’Ulivo fino ad una fusione con quelli che sono i nipoti del fu PCI, il Partito democratico rappresenta oggi un riferimento consolidato per buona arte dell’elettorato italiano al cui interno, però, sembra che la componente cattolica stia man mano perdendo importanza e riferimenti, soprattutto da quando Elly Schlein guida la segreteria.
Nonostante un aperto sostegno di buona parte della Conferenza Episcopale Italiana (o almeno di chi viene oggi maggiormente ripreso dai media) e l’aperto supporto di “Avvenire” – che non perde occasione per marcare la distanza dalle politiche del governo – è giusto chiedersi cosa resti non solo della componente cattolica del Pd, ma soprattutto di quei temi, valori e princìpi etici che dovrebbero contraddistinguerla e che la differenziavano da quelle posizioni laiche proprie della sinistra più o meno estrema soprattutto su alcuni temi come aborto, famiglia e fine vita.
In queste ore, per esempio, in Parlamento il Pd sta portando avanti un forte ostruzionismo circa la ventilata possibilità che nei consultori abbiano accesso anche quelle associazioni “pro vita” che sull’aborto hanno posizioni diverse e divergenti dalla sinistra, ma che rappresentano comunque una legittima opinione. Non si tratta di voler stravolgere la legge 194 ma di decidere (per molti “finalmente”) se un Consultorio sia un luogo dove solo si gestisce la “pratica” aborto al più presto possibile – archiviando di fatto l’ipotesi di portare avanti la gravidanza –, o se invece sia non solo giusto ma anche indispensabile tentare tutte le vie aiutando e consigliando una donna a salvare la vita del suo nascituro prima di abortire.
È davvero sorprendente che, forse per distogliere l’attenzione dai tanti problemi di “campo largo” o di trasparenza interna che lo perseguitano in questi giorni, il Pd porti avanti con particolare virulenza, e proprio ora, una battaglia strumentale sul tema; così come stupisce che al suo interno le residue componenti cattoliche tacciano (e così i loro sponsor).
Fa specie questo silenzio proprio nello stesso momento in cui ci si lamenta di come gli italiani siano sempre di meno, non facciano figli, le famiglie siano sempre più mono-personali e con un indice di fertilità abbondantemente al di sotto della soglia minima. Tra l’altro andrebbe sottolineato che a migliorare i parametri siano poi ben di più le donne immigrate che quelle più nettamente identificabili come “italiane”, e fermandoci subito nelle definizioni per non incorrere nel sempre incombente rischio di procurato razzismo.
D’altronde basta frequentare un qualsiasi campo giochi per bambini per rendersi conto di questa realtà, con un Pd che punta ormai nettamente a convincere più gli elettori alla sua sinistra che al centro.
Non è solo una questione italiana, perché sul tema dell’aborto la polemica divampa in tutto il mondo occidentale e soprattutto negli USA. Biden è a fine mandato, è stato un presidente ufficialmente “cattolico” (il primo dopo Kennedy) ma non solo non ha minimamente accennato alle proprie idee religiose; ha fatto piuttosto di tutto per disconoscerle, visto che, per esempio, della battaglia pro-aborto ha fatto uno dei suoi slogan forse con toni certamente antitetici alla posizione della Chiesa.
Non si chiedeva a Biden di assumere posizioni come quella di Re Baldovino del Belgio (che addirittura si autosospese per un giorno dalla sue prerogative reali pur di non firmare la legge che permetteva l’aborto nel suo Paese), ma almeno di tenere un minimo di basso profilo.
Invece no, tutti i “democratici” del mondo sembrano concentrarsi ben di più sulla “libertà” personale portata anche all’estremo, ma senza tener conto che vale finché non si scontra limitando quella altrui.
Un discorso profondo, etico e personale che sta nelle coscienze di ciascuno e che non può essere ridotto a posizioni dogmatiche di partito, ma proprio per questo sarebbe il momento che i cattolici del Pd alzassero la voce o almeno dissentissero pubblicamente. Per ora vige il silenzio, in futuro si vedrà.
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