Scontro totale tra il governo britannico e l’Irlanda del Nord sull’aborto. Dalle parole ai fatti: come reso noto dall’agenzia Nova, l’esecutivo guidato da Boris Johnson ha annunciato che adotterà nuove misure legislative per garantire che i servizi di interruzione di gravidanza per le donne e per le ragazze nordirlandesi siano commissionati.



Una mossa importante, considerando quanto registrato nelle scorse settimane. Il governo del Regno Unito, infatti, ha reagito senza mezzi mezzi termini all’inazione del dipartimento della Salute e dell’esecutivo dell’Irlanda del Nord, reo di non aver garantito la disponibilità dei servizi sanitari pertinenti entro il 31 marzo 2022, scadenza fissata in precedenza dalle autorità di Londra.



ABORTO, SCONTRO UK-IRLANDA DEL NORD

Ma non è tutto. L’Irlanda del Nord, tramite il ministero competente, è al lavoro per stilare regolamenti che eliminino la necessità per il dipartimento della Salute di chiedere il via libera del comitato esecutivo in relazione alla commissione di servizi di aborto. E dunque di non avere barriere per commissionare e finanziare i servizi. A tal proposito, il governo della Gran Bretagna ha sottolineato in una nota di essere fermamente convinto che, come questione decentrata, “il dipartimento della Salute dovrebbe portare avanti la commissione di servizi per l’aborto senza ulteriori ritardi. I regolamenti odierni consentiranno anche al governo di intervenire in caso di ulteriore inerzia fornendo servizi di aborto sicuri e di alta qualità”. Una mossa per “scavalcare” la legge di Belfast e si prevede uno scontro feroce tra istituzioni. Ricordiamo che in Irlanda del Nord, a partire dal 2020, gli ospedali forniscono pillole per l’aborto a donne in gravidanza fino a 10 settimane, ma non sono previsti interventi chirurgici. Per questo motivo, sempre più donne e ragazze nordirlandesi – anche su invito degli stessi sanitari di Belfast – viaggiano in Inghilterra e in Irlanda per procedere all’interruzione di gravidanza.

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